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Ci sono storie che vale la pena raccontare. Storie di cambiamento, di rinascita, di ritorno alla vita. Ci sono persone, protagoniste di queste storie, che meritano di essere conosciute da tutti e mai dimenticate.

 

 

 

Persone che rimangono silenziose ai margini di una società “perfetta”, in attesa di essere notate ed accolte. Persone la cui vita si confonde con il frastuono delle città, che vivono delle briciole che cadono dalla tavola imbandita dei più. Ma se solo si porge l’orecchio all’ascolto della loro flebile voce, si riscoprono esseri umani che fanno un rumore assordante, sovvertendo le certezze della vita quotidiana. E quando queste persone vanno via, lasciando vuota la loro branda, il respiro si spezza ma sul cuore resta un’impronta indelebile.

Ci sono storie che sono favole reali, che fanno male ma, paradossalmente soprattutto, bene. Una di queste storie appartiene a Sandro, l’amico di tutti, l’amico della Comunità Sant’Egidio. 

Abbiamo conosciuto Sandro quattro anni fa. Un omone dal perenne sorriso un po’ sbilenco.  Figlio di emigrati italiani in Germania, faceva parte della società degli invisibili, uomini e donne spettatori della vita degli altri e mai protagonisti della loro, rassegnati alla indifferenza. Un’esistenza di sofferenze e dipendenze lo aveva portato a vivere in uno stabile abbandonato in compagnia di Christos, il suo migliore amico. Sandro non aveva niente e, come tutti i poveri, donava ciò che aveva: la sua amicizia. Con premura e dedizione accudiva il suo compagno, più sfortunato di lui: lo lavava, lo vestiva, e cucinava per lui. 

Il primo incontro con noi della Comunità è stato un colpo di fulmine. Sandro ci ha accolto nella sua vita, ci ha aperto il suo cuore e ci ha regalato se stesso in modo spontaneo, così come era lui. 

Non chiedeva per sé (tranne qualche pacchetto di sigarette) ma per gli altri. Ricordiamo ancora con gioia il giorno in cui gli dicemmo che eravamo riusciti ad accompagnare Christos in una comunità di recupero. Gli brillavano gli occhi perché scorgeva per il suo amico la promessa di un nuovo inizio.

Purtroppo, però la strada non perdona. Non credete a chi vi dice che c’è chi sceglie di vivere per strada. Non è una scelta, è solo rassegnazione ad un destino che sembra avere una via già tracciata, senza possibilità di deviazioni.

Christos non ce l’ha fatta e Sandro si è perso. Ha iniziato a trascurare se stesso e la propria, già precaria, salute. Errori, sbagli, cadute e risalite. La vita di Sandro è stata un’altalena di momenti e di emozioni. Ma noi avevamo fiducia in lui e lui in noi.

Dopo la perdita del suo amico più caro, Sandro ha attraversato periodi bui ma non è mai rimasto solo. Alla fine, come nelle più belle fiabe, l’amore ha prevalso e Sandro ha compreso la sacralità della vita specchiandosi nelle vite di ciascuno dei suoi amici. A suo modo, ha combattuto e vinto.

Sandro voleva cogliere quell’opportunità che non aveva mai avuto prima. Più volte, negli ultimi tempi, dopo un logorante periodo trascorso in ospedale, aveva espresso il desiderio di rinnovarsi. Non voleva tornare in strada e noi non lo avremmo permesso. Sembrava arrivato il momento della sua rivincita. Avevamo trovato per lui una casa accogliente, grazie ad un coinquilino, Angelo, che aveva saputo vedere al di là della forma in favore della sostanza. Eravamo riusciti a gioire con lui per una entrata economica che gli avrebbe permesso di ricominciare. Un tetto sopra la testa e l’affetto stabile, solido, incondizionato degli amici, simboleggiato da un braccialetto a forma di àncora regalatogli da noi per il suo compleanno. Bastava questo… più pantaloni taglia 46 (introvabili) e aranciate ad orari impensabili.

Non sempre però le favole moderne hanno un lieto fine. Alcune di queste celano un risvolto inatteso che lascia l’amaro in bocca.

Domenica 27 giugno, Sandro è andato via. È uscito, dalle nostre vite in punta di piedi, senza far rumore e senza disturbare, così come era entrato. Oltre ad un gran vuoto, ci ha lasciato in eredità la sua storia, il suo amore e la responsabilità di continuare a lottare contro le ingiustizie e le disuguaglianze, affinché non ci siano più dei “Sandro” nella nostra società. 

Nonostante il finale, la storia di Sandro non è una storia di sconfitta. È una storia di riscatto e di resurrezione. Sandro ci ha reso testimoni della rinascita di un uomo a cui la vita aveva tolto tutto ma l’amore, l’amicizia, la solidarietà hanno restituito la dignità. La stessa dignità che dovrebbe essere riconosciuta a chiunque. La stessa dignità che dovrebbe garantire, quantomeno, di poter salutare per l’ultima volta il nostro amico, l’amico di tutti, offrendogli una sepoltura decorosa e accompagnandolo nell’ultimo viaggio.

Per questo motivo, i ragazzi della Comunità Sant’Egidio ringraziano di cuore tutte le persone che hanno sentito doveroso partecipare con generosità alla raccolta fondi per garantire un degno funerale a Sandro. Il funerale sarà celebrato da don Flavio De Pascali oggi 8 luglio alle 17 presso la cattedrale di Lecce, al centro della città per una scelta ben precisa: Mettere i poveri al centro di tutto.

In particolare, il ringraziamento va alla “Confraternita della Buona Morte” in particolar modo a Maurizio Congedo uomo giusto e generoso, sempre pronto ad aiutare i più poveri, al priore Umberto Lefons, a don Antonio Montinaro e a don Stefano Spedicato per aver donato un posto in cui Sandro potrà riposare accanto al suo amico Christos; all’arcivescovo Michele Seccia per aver contribuito con slancio a restituire a Sandro la dignità di uomo.

L’ultimo (per ora) saluto e grazie va a Sandro stesso: “Ti sei affidato a noi e noi abbiamo creduto in te, abbiamo imparato da te, siamo cresciuti con e per te. L’amore vince tutto, supera lo spazio ed il tempo e si fa beffe della morte. Ciao Sandro, ti vogliamo bene, beddhru! Per sempre al tuo fianco. Gli amici della Comunità di Sant’Egidio”.

 

 

 

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