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“Quest’anno è stato segnato in maniera indelebile dalla pandemia da Covid-19 che ha travolto il mondo intero”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, durante il Consiglio permanente dei vescovi italiani.

 

 

 

“Nel nostro Paese, ad oggi, si contano più di 100mila morti per il virus”, ha ricordato: “La situazione emergenziale si è trasformata rapidamente in criticità permanente mettendo a dura prova i sistemi sanitari e la loro capacità di fornire assistenza non solo a chi ha sviluppato le forme più gravi del virus, ma anche a tutti quei malati alle prese con altre patologie”.

“Nonostante l’impegno inesauribile e ininterrotto degli operatori sanitari, la scarsità di risorse umane e materiali determina un preoccupante rallentamento o dilazione di altre attività ordinarie, come la prevenzione o, in alcuni casi, il trattamento stesso”, il grido d’allarme del presidente della Cei, secondo il quale si tratta di “una sofferenza nella sofferenza da non dimenticare né sottovalutare, le cui conseguenze vedremo, purtroppo, nei prossimi anni”.

“Se oggi possiamo scorgere un barlume di luce alla fine del tunnel lo dobbiamo alle possibilità offerte dai vaccini, consapevoli che la vaccinazione, così come è avvenuto per altre malattie nel passato, è la via che consentirà di superare la situazione attuale”, ha osservato Bassetti: “Guardiamo quindi con fiducia alla campagna vaccinale, condotta con prudenza e serietà”.

Attraverso l’eventualità inserita nel piano vaccinale di utilizzare strutture edilizie delle Chiese che sono in Italia, abbiamo modo di poter fornire un nuovo contributo di carità”, ha sottolineato il cardinale, che ha puntualizzato: “La messa a disposizione di questi luoghi, che non sono quelli liturgici, s’inserisce in continuità con un cammino già avviato in tal senso presso numerose diocesi che, in spazi idonei, ospitano medici, infermieri, Protezione civile, persone in quarantena, ammalati, poveri e quanti soffrono a causa del Covid”.

“Evitiamo che la disponibilità dei vaccini e la capacità di somministrarli creino ulteriori divisioni e disuguaglianze nel mondo”, l’appello sulla scorta di Papa Francesco: “Abbiamo il dovere di pensare e garantire soluzioni accessibili anche a chi vive in Paesi meno fortunati”.

 

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