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La fotografia ha fatto il giro del mondo. L'uomo, con una disabilità psichica dovuta a una meningite contratta da bambino, vive di elemosina a Lourdes, dove realizza i suoi sketch. Nella sua testimonianza, il racconto di un miracolo dopo il primo pellegrinaggio.

Il naso rosso da clown di Philippe dona gioia e sorrisi ai pellegrini che giungono a Lourdes. Cercando il suo nome su Google, il motore di ricerca non segnala alcun profilo Linkedin, ma il sito di un “attore disabile”.

Sulla home il suo messaggio di tenerezza: “Lasciati toccare dalla mia gioia di vivere”. Una tenerezza riconosciuta, in tutto il mondo, anche dai tanti media che hanno pubblicato la fotografia del bacio di una persona disabile sulla fronte di Papa Francesco, al termine dell’udienza generale di mercoledì. Quella persona è proprio Philippe, francese, quasi cinquant’anni, e una storia di fede e sofferenza alle spalle, che ogni giorno combatte con la sua arte e indossando i panni di Bouba, che presenta come l’orso bianco e, soprattutto, “cristiano”.

Chi è quell’uomo? 

Philippe presenta una disabilità psichica dovuta a una meningite contratta da bambino. Vive di elemosina a Lourdes. Il suo volto è impresso nel cuore di moltissimi volontari che svolgono il loro servizio ogni anno nel santuario mariano. Con loro, in passato, ha prestato assistenza ai pellegrini e, in particolare, agli ammalati. Nella sua storia Lourdes è un luogo del cuore. E, per questo motivo, ha scelto di vivere lì gran parte dell’anno. Nel suo racconto, il ricordo della meningite che lo colpì poco dopo la nascita tanto da rimare paralizzato. Un lunghissimo ricovero in ospedale, poi, nel 1978, quando aveva sette anni, la madre lo portò nella cittadina dei Pirenei con un pellegrinaggio della diocesi di Moulin, sua città natale, nella speranza di un miracolo. Lì, secondo la sua testimonianza, per la prima volta si alzò dalla sedia a rotelle, dopo la preghiera alla Vergine Maria. Durante il viaggio di ritorno a casa, pronunciò la sua prima parola: mamma. Da allora, Philippe è migliorato. Tra i 10 e i 12 anni ha frequentato la scuola Notre Dame de Lourdes di Vichy. Da grande è riuscito a realizzare il suo desiderio di diventare attore, lavorando in alcune pièce teatrali. Era il 2012 quando ha dato vita a Bouba, un “orso bianco dei Pirenei”, nato vicino alla grotta di Massabielle. Il suo sogno lo ha condotto a Lisbona, dove si è formato come attore, in una scuola di commedia, tra il 2015 e il 2016, e a Treviso, nel 2018. Poi, la partecipazione a una serie di spettacoli: da Cannes a Lérins, fino a Réunion.

La sequenza delle foto

C’è qualcosa di straordinario nella sequenza delle fotografie che hanno ritratto l’incontro tra Philippe e Papa Francesco. Una manifestazione della “teologia della tenerezza” cara a Papa Bergoglio, che sembra quasi chiedere all’attore disabile una benedizione. Al termine dell’udienza di mercoledì scorso, Francesco è andato incontro agli ammalati per portare il suo abbraccio. Lì l’incontro con Philippe. Prima, il bacio sulla fronte del pontefice, poi il segno di croce tracciato con le dita, quindi la preghiera sul petto del Papa e un lungo abbraccio. L’uomo è arrivato a Roma con un gruppo di pellegrini. Ma chi lo conosce giura che anche da solo sarebbe arrivato, in Vaticano, al cospetto del Papa per manifestargli il suo affetto.

L’immaginazione di Philippe

“Quando mi annoio, io navigo sulle valanghe”. Parole che Philippe scrive, nei panni di Bouba, quasi come un manifesto programmatico, espressione della sua fantasia. Chi lo conosce la ritrova nelle sue pièce per le strade di Lourdes, dove è stato “adottato” dalle persone che vivono lì, e nella sua grande capacità di giocare a scacchi. Una dote e un dono che ha sviluppato, forse come contrappeso per la sua malattia. Qualcuno lo descrive come una persona “molto coraggiosa, nonostante la sua disabilità”. “Fare il clown per le strade di Lourdes gli permette di vincerla ma soprattutto di farsi degli amici”. Altri ne apprezzano la semplicità. Difficile la vita, oggi, per lui solo al mondo, ma amato da tanti amici che provano a offrirgli ciò di cui ha bisogno. E lui non ha mai smesso di crederle. Per guadagnarsi da vivere, ogni giorno si mette a disposizione, anche per partecipare a fiere, feste nelle scuole, con bambini, a incontri di giovani e nelle case di riposo. Offre piccoli sketch e spettacoli di strada. Il suo sguardo è rivolto al futuro. Per la fine del 2020 sta preparando uno spettacolo dal titolo “Chi sono io?”. Alti e genuini anche i suoi sogni: tornare a esibirsi nell’isola di Reunion, dove ha già lavorato per lo spettacolo “”Homme libre”. Infine, una timida confessione: “Sto cercando di migliorare la mia dizione e il mio gioco e avrei bisogno di una stanza nella regione di Parigi. Cerco anche un lavoro per finanziare il mio progetto”.

 

 

 

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