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Per la comunità torchiarolese, le serate di venerdì e sabato scorso erano da incorniciare. Nella chiesa matrice, infatti, hanno avuto luogo la celebrazione del 44° anniversario di ordinazione sacerdotale del proprio pastore, mons. Michele Seccia e la prima messa di don Antonio De Nanni.

 

 

 

Due celebrazioni semplici ma piene di calore e raccoglimento nella lode al signore.

“Questa sera, per un’ora, la chiesa del più piccolo paese della Diocesi è divenuta una cattedrale che abbraccia il suo ‘papà’ nel 44° anniversario della sua ordinazione sacerdotale”. Con queste parole, don Antonio, visibilmente commosso, in un attimo ha fatto avvertire a mons. Michele Seccia l’affetto che la gente nutre per il suo pastore. In precedenza, a dare il benvenuto al presule, era stato il parroco don Gaetano Tornese con il sindaco Elio Ciccarese che, a nome di tutta la comunità civile e religiosa, hanno manifestato la gioia di festeggiare e ringraziare il Signore per la felice ricorrenza. Alla liturgia di ringraziamento, oltre a mons. Seccia, hanno partecipato: mons. Cristoforo Palmieri (vescovo emerito di Rrëshen), don Gaetano Tornese, don Antonio De Nanni, don Attilio Mesagne e Padre Vincenzo Caretto.

Nell’omelia, mons. Seccia ha ringraziato per la calorosa accoglienza ed ha chiesto con forza di pregare per i sacerdoti e per le vocazioni. Molta attenzione l’ha rivolta a don Antonio, ordinato presbitero nei giorni scorsi e a tutti sacerdoti che “devono trovare linfa e forza vitale nella celebrazione dell’Eucaristia”.

Dopo appena ventiquattro ore, la chiesa era nuovamente gremita per la prima messa di don Antonio che, dopo appena due mesi dal suo arrivo a Torchiarolo, è entrato pienamente nel cuore della gente. “Voglio ringraziare tutti - ha detto don Antonio nel suo saluto - perché mi avete accolto e mi avete fatto sentire amato già dal primo momento. Ho trovato una comunità nel vero senso della parola, saporita, ricca di vita, piena di carismi e di forze umane, affetto e gioia, calore e generosità. Non mi avete dato neanche il tempo di innamorarmi di voi, che da subito vi ho amati follemente”.

Anche in questa celebrazione ha voluto essere presente mons. Cristoforo Palmieri, beniamino della Comunità torchiarolese, padre e fratello affettuoso, amato in tutta la diocesi. “Caro Antonio – ha detto nella sua omelia -, prima di venire mi sono chiesto se, in questa occasione, parlare di te oppure parlare a te. Ho deciso di parlare a te e ti voglio raccomandare che tu, sacerdote, viva nella contemplazione e porti ai fratelli la preghiera contemplativa che si fa azione. Tu, servo per amore, dopo aver pregato e adorato il Signore sul monte, scendi a valle, cingiti del grembiule, come ricorda don Tonino, e mettiti al servizio del tuo popolo che non ti farà dormire sonni tranquilli”.

 

 

 

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