0
0
0
s2sdefault

Squinzano, città del Salento, ai limiti più settentrionali della provincia leccese, la cui tradizione attribuisce le origini al console romano Tito Quinzio Flaminino, è scenario ogni anno di un fatto che fa gridare alcuni devoti al prodigio.

 

 

Si è rinnovata, infatti, anche quest’anno la liquefazione del sangue di San Vito martire (GUARDA), contenuto in un reliquiario con ampolla, custodito in una nicchia dell'altare maggiore della chiesa madre di Squinzano di cui il santo è ritenuto l’antico protettore.

Campane a festa questa mattina, dopo la santa messa in onore del santo martire, presieduta dal viceparroco di San Nicola e Mater Domini, don Alessio Seconi nella rettoria di San Giovanni Battista che custodisce anche una statua lignea del santo: il sacerdote ha mostrato ai fedeli devoti l'ampolla con il sangue liqueefatto. È attesa questa sera la messa celebrata dal parroco don Alessandro Scevola in chiesa madre con tutti i ragazzi e gli animatori del Grest. Anche stasera, don Alessandro farà venerare dai presenti la preziosa reliquia.

Una reliquia, quella del sangue di San Vito martire, che associa Squinzano a Pisciotta, piccolo comune salernitano che vanta anch’esso una reliquia prodigiosa del sangue di San Vito, donato proprio da  mons. Luigi Pappacoda, figlio dei marchesi di Pisciotta e vescovo di Lecce dal 1639 fino al 1670.

Ogni anno, puntualmente, il 15 di giugno, o nei giorni immediatamente precedenti ad esso, il sangue del martire, che si può altrimenti sempre notare solido e compatto, inizia a sciogliersi nella teca, cambiando aspetto alla vista, tra la commozione e lo stupore di tutti i presenti.

Non si hanno dati storicamente accertati sulla origine di questo fenomeno così pure sulle notizie storiche che riguardano il martirio stesso del santo.

La tradizione vorrebbe Vito nato in Sicilia da padre pagano e, successivamente, rimasto orfano di madre, fu affidato alle cure della nutrice Crescenzia e dal pedagogo Modesto, che lo fecero convertire alla fede cristiana. Dopo aver operato già molti miracoli, Vito sarebbe stato fatto arrestare insieme ai due tutori dal preside Valeriano su istigazione del proprio padre. I tre sarebbero stati successivamente martirizzati ad opera di Diocleziano trovando la morte il 15 giugno dell'anno 303.

Il culto per San Vito e per i santi Modesto e Crescenzia è già documentato nell'antico Martirologio geronimiano e da alcuni accenni che si ritrovano in Papa Gelasio I (che parla di un reliquiario di San Vito a Roma), in Gregorio Magno (che cita un monastero dedicato a San Vito in Sicilia) e nel Liber Pontificalis, dove si parla di una diaconia di San Vito.

Uno tra i santi più popolari del Medioevo, non soltanto per la passione che lo vede protagonista, ma anche perché si aggiunsero con il passare degli anni, varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula attribuiti al santo martire che ne accrebbero la fama.

 

Forum Famiglie Puglia