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Villa Convento ha vissuto la solennità del Corpus Domini con grande coinvolgimento: un’intensa giornata di preghiera che ha raggiunto il suo culmine nella testimonianza pubblica di fede rappresentata dalla sentita processione per le vie del paese.

Nella meditazione il parroco, don Gianni Ratta, ha ricordato come la religione cristiana non sia un vago sentimento intimistico ma piuttosto una fede legata oltreché alle anime anche al corpo, alla storia, all’esistenza concreta. È dunque molto significativo che il Salvatore abbia scelto due alimenti molto semplici e basilari, il pane e il vino, per donare il sacramento della salvezza. Nella tradizione cristiana le prime due opere di misericordia corporale sono proprio il dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati. Esistono, a tal proposito, delle scene emblematiche al riguardo nella Scrittura. La prima è quella in cui Dio, come un padre, si premura di procurare il cibo e l’acqua al suo popolo in marcia nel deserto. L’altra è quella di Gesù che imbandisce pane e pesci per la folla che lo segue, moltiplicando quel poco cibo che era a disposizione degli apostoli.

Senza dubbio Gesù ha dato però un rilievo spirituale altissimo al pane: l’Eucaristia, nel linguaggio neotestamentario, viene anche definita “frazione del pane” perché con quel gesto si segnalava la comunione di tutti i fedeli con Cristo e tra loro. Una comunione di salvezza dal male - ha concluso don Gianni - che, celebrata una volta sulla croce del Calvario, torna presente, aldilà del tempio e dello spazio, ogni volta che il sacerdote offre sull’altare il sacrificio perfetto voluto da Dio.

 

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