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Don Giorgio Pastore, oltre che un caro amico, è  per me un fratello in Cristo. Ci siamo conosciuti alle scuole medie nel Seminario Minore di Lecce. Usciti dal Seminario, abbiamo frequentato presso le rispettive parrocchie (San Cesario per me, Cavallino per lui) e le catechesi del cammino Catecumenale.

 

 

Abbiamo rafforzato la nostra vocazione attraverso un percorso di fede, seguiti dai catechisti e dai nostri parroci, persone encomiabili e degne di essere chiamate sacerdoti. Entrati nel Seminario “Redemptoris Mater” siamo stati guidati da rettori eccezionali, che hanno saputo discernere se tale vocazione fosse realmente divina o soltanto un impulso umano, confermando la scelta con l’Ordinazione.

Giorgio è sempre stato un ragazzo allegro e scherzoso, eravamo entrambi molto legati l’uno alla famiglia dell’altro, con cui si condivideva tutto, dalla mensa alle gioie, alle sofferenze. Ci spalleggiavamo a vicenda tanto nelle allegre  birichinate quanto nei momenti difficili, sempre sostenuti dalle nostre famiglie umili e semplici, ma ricche di amore, tenerezza e spirito di accoglienza che non si è mai spento. In questi anni si è vista la sua crescita spirituale e vocazionale.  La sua vocazione è stata travagliata ed ostacolata per l’allora comune concezione che solo se si è benestante e particolarmente dedito allo studio si può raggiungere la meta del Sacerdozio. Nonostante tutte le difficoltà, Giorgio si è mantenuto costante e fedele, seguendo Cristo in questa forma della vita sacerdotale.

Gli studi sono proseguiti in sedi diverse e lontane, lui a Lugano (in Svizzera) e io a Roma, pur rimanendo uniti nelle vacanze insieme, nelle uscite con le famiglie, nella puntualità nelle celebrazioni.  Diventati Sacerdoti, Giorgio è rimasto a Lecce, mentre io sono stato incardinato a Civitavecchia. Ha dato il massimo di sé stesso in particolare nel campo dell’Omiletica e della Confessione. Ho sempre sentito solo elogi nei suoi confronti perché sa arrivare al cuore delle persone. È sempre circondato da giovani, o nei campi scuola da lui stesso organizzati o per una semplice pizza in compagnia, ha saputo approfittare dei momenti di convivialità per  trasmettere i veri valori cristiani. Attento alla fragilità delle persone, che siano coppie o famiglie in difficoltà, offre prontamente il suo aiuto chiedendo spesso il mio consiglio o la mia collaborazione per la ricerca di un lavoro o di un ricovero ospedaliero a Roma. Di carattere aperto e schietto, capace di arrabbiarsi fortemente e di tornare presto a sorridere, resterà per sempre il mio Fratello nella Fede. Nelle nostre sporadiche telefonate ci apriamo l’un l’altro in libertà raccontandoci gioie e difficoltà, conosciamo tutto delle nostre vite, ci aiutiamo con la preghiera e con l’Eucaristia. Contento per il raggiungimento del suo 25esimo anniversario di sacerdozio ma spiacente di non poter essere presente, prego con tutto il cuore che il Signore lo aiuti sempre ad essere gioioso nel suo Ministero, ringraziando Dio per il grande dono ricevuto.

 

*rettore del santuario Santissima Concezione in Civitavecchia (Roma) e segretario del vescovo emerito della diocesi di Civitavecchia-Tarquinia

 

 

 

Si concluderà questa sera, nella parrocchia Maria SS. Ausiliatrice di Monteroni, il triduo di preperazione al 25esimo di don Giorgio (LEGGI PROGRAMMA) che si celebrerà domani, domenica 2 ottobre, con la messa solenne presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.

 

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