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Come ogni anno, i fedeli devoti dei Santi Medici, Cosma e Damiano, si sono ritrovati in preghiera nella splendida rettoria di Lequile, intitolata al Crocifisso, ma meglio nota, come rettoria di San Nicola, risalente al 1692, in cui è presente un pregevole altorilievo in cartapesta, raffigurante i due santi, protettori di medici, infermieri e farmacisti.

 

 

"Quest'anno, per via del Covid, la festa liturgica ha acquistato un sapore particolare. Cosma e Damiano sono diventati medici santi - ha affermato l'arciprete don Carlo Calvaruso durante l'omelia -. Hanno vissuto la loro professione come un modo di essere, curando proprio l'essere delle persone loro affidate e leggendo la loro vita, si nota una costante che emerge: la loro popolarità".

"Ci sono alcuni santi – ha continuato don Carlo - che possiedono questa caratteristica. Essi sono persone che appartengono al popolo, a quel popolo che hanno servito. I Santi Medici facevano della loro professione un'occasione di apostolato, permettendo alle persone di incontrare Gesù, diventando essi stessi trasparenza di Gesù, anche dopo il martirio".

Ritrovarsi di nuovo insieme per ricordare questa solennità ha riscaldato il cuore e l'anima di tutti, uniti nella preghiera e affidando le proprie ansie, le proprie preoccupazioni e confidando nell'intercessione dei Santi, Cosma e Damiano.

 

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