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Serata di cielo sabato scorso a Villa Convento dove i fedeli hanno accolto la nuova icona della Santissima Trinità che, dopo essere stata benedetta dal parroco don Gianni Ratta, è stata significamente collocata al centro del presbiterio della chiesa locale, ai pedi della grande tela della Madre del Buon Consiglio, titolare della parrocchia.

 

 

 

L'evento, per una felice coincidenza, è avvenuto proprio alla vigilia della domenica in cui un bellissimo gruppo di giovani ha ricevuto il sacramento della confermazione. L'icona della Trinità, realizzata dall'artista Anna Maria Di Maggio, riproduce la celebre opera quattrocentesca del monaco russo Sant'Andrej Rublëv (1360-1430), ritenuto uno dei più grandi iconografi della storia cristiana. Opera, tra l'altro, definita dal Concilio dei Cento Capitoli del 1551 come l'icona delle icone.      

È ovvio che non possa esistere una raffigurazione degna dell'infinito mistero trinitario che la fede cristiana adora. Tuttavia, il Concilio Niceno II del 787, presieduto dall'imperatrice Irene l'Ateniana (†803) contro gli iconoclasti, consentì la rappresentazione artistica di Dio. L'icona russa è estremamente ricca di contenuti. La scena centrale dell'opera rimanda al noto episodio biblico della Genesi in cui Abramo accoglie tre misteriosi viandanti presso le proprie tende alle Querce di Mamre. L'icona di Rublëv raffigura questa scena con tre angeli assisi ad una tavola. Sullo sfondo è la casa di Abramo ed una quercia. L'autore utilizzò questa vicenda dell'Antico Testamento per realizzare una rappresentazione visiva della Trinità che potesse rientrare nelle tipiche linee artistiche delle Chiese cristiane orientali. I tre angeli risultano, a prima vista, identici e le loro figure esprimono l'unità divina in tre distinte persone. Il fatto che l'autore abbia raffigurato la Trinità attraverso gli angeli è anche un ricordo della natura stessa di Dio che è puro spirito, fatta salva, la seconda persona, il Verbo divino che si è incarnato. Gli angeli sono mostrati da sinistra a destra nell'ordine in cui il Credo Niceno-Costantinopolitano professa la fede: Padre, Figlio e Spirito.

Il primo angelo indossa una veste blu che simboleggia la natura divina ed un manto chiaro-oro che indica la regalità del Padre. Il secondo porta le vesti indossate da Cristo nell'iconografia tradizionale. Il colore cremisi simbologgia l'umanità del Nazareno mentre il blu è indicativo della sua divinità. La quercia alle spalle di questa seconda figura ricorda l'albero della vita nel giardino dell'Eden e la croce su cui il Redentore salì per salvare il mondo dal peccato di Adamo. Il terzo angelo indossa una veste blu indicativa della divinità ed un manto verde, è lo Spirito Santo. Quest'ultimo colore indica la terra ed ovviamente la missione di rinnovamento portata dallo Spirito.

La tavola centrale ricorda un altare. Posizionata su di essa compare una ciotola aurea (in altre versioni un calice) che contiene il vitello che Abramo preparò per i suoi ospiti celesti oppure, come nella versione realizzata per la parrocchia di Villa Convento, un Volto Santo. L'icona di Rublëv è, in definitiva, una delle visualizzazioni più profonde mai prodotte del mistero trinitario.

 

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