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Ieri sera, con grande solennità, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria dell’Idria in Lecce la santa messa nella festa della Madonna di Lourdes, Giornata mondiale del malato.

 

 

Ha presieduto l'eucarestia il vescovo Cristoforo Palmieri; ha concelebrato con lui, il parroco Padre Carmine Madalese e altri confratelli della casa vincenziana.

In occasione di questa giornata Papa Francesco afferma nel suo Messaggio: “penso ai tanti fratelli e sorelle che, nel mondo intero, non hanno la possibilità di accedere alle cure, perché vivono in povertà. Mi rivolgo, pertanto, alle istituzioni sanitarie e ai Governi di tutti i Paesi del mondo, affinché, per considerare l’aspetto economico, non trascurino la giustizia sociale”.

Anche mons. Palmieri, nella sua omelia, ricorda la grande e santa intuizione di San Giovanni Paolo II il quale tragicamente provato dal dolore e  da dalla sua non poca sofferenza, a istituire questa importante giornata. “Assieme a tanta sofferenza,  fisica o morale, di  vite colpite dal virus, o da una economia fallimentare per chi ha perso il lavoro, o gli stessi propri cari, o quanto ciascuno di noi soffre dal punto di vista psicologico, per la paura di venire contaggiato,  o perchè si è sentito perdere tutte le sue presunte sicurezze di onnipotenza, possiamo anche rendere grazie a Dio per il tanto amore che è pur nato dallo stesso male che, ancora ci sovrasta”.

“Ed ecco perchè stasera noi stessi, davanti all'altare, come condotti dall'amore stesso della Vergine che a Lourdes si è mostrata particolarmente toccata dalla sofferenza di noi suoi figli, malati nel corpo o nello spirito, o forse solo malati della stessa vecchiaia che diciamo è già malattia per se stessa, vogliamo renderci pronti a lasciarci toccare e servire, ungerci da Cristo stesso che ci viene incontro con il sacramento dell'unzione e per renderci nello stesso tempo anche un pò più disponibili a generare ulteriore amore”.

E ha concluso: “La Vergine apparsa a Lourdes, così partecipe delle nostre sofferenze e pronta a soccorrere quanti a lei si rivolgono per intercedere a nostro favore, ci sia propizia”.

 

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