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Lo scorso 27 marzo la visita dell’arcivescovo Seccia e del sindaco Salvemini in un cimitero di Lecce desolatamente chiuso per via dell’emergenza coronavirus.

 

 

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Era il momento di preghiera, voluto dalla Conferenza episcopale italiana, per ricordare  per le vittime del Covid-19 e coloro che sono tornati al Padre e che, a causa delle misure predisposte dal governo, non hanno potuto beneficiare della preghiera della comunità e della liturgia esequiale in chiesa

Da giovedì 30 aprile sarà possibile andare a trovare i propri cari presso il cimitero della città. Il sindaco di Lecce Carlo Salvemini lo aveva annunciato (fissandola in un primo momento al 4 maggio ancor prima dell'Ordinanza del presidente della Regione che ha di fatto anticipato il calendario delle aperture della fase 2) nella consueta diretta facebook, che il primo cittadino tiene giornalmente con i propri concittadini. Il  nuovo decreto del presidente del Consiglio, la cosiddetta fase 2, consente infatti la riapertura delle aree pubbliche della città: ed, in virtù di ciò,  il primo cittadino ha deciso di riaprire le porte del cimitero.

Apertura si, ma che vuol dire soprattutto collaborazione. E su questo Carlo Salvemini è stato abbastanza esplicito: “Riapriamo ma assicurando il distanziamento interpersonale - ammonisce il sindaco. È  fondamentale garantire un minuto di raccoglimento e preghiera con i propri cari, ma è necessaria la collaborazione dei cittadini: in caso contrario dovremo tornare sui nostri passi”. Quindi apertura, ma rispettando distanze interpersonali ed ordine: altrimenti si chiude ancora.

 

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