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Un gesto riprovevole che ferisce la memoria. Una inammissibile offesa verso chi nel silenzio, nonostante lo scorrere del tempo, continua a vivere nel dolore per la prematura scomparsa di un figlio, di un fratello, di un amico, di un giovane.

 

 

“Solo chi perdona può parlare di pace. E a nessuno è lecito teorizzare sulla non violenza o ragionare di dialogo tra popoli o maledire sinceramente la guerra, se non è disposto a quel disarmo unilaterale e incondizionato che si chiama perdono”. Così don Tonino Bello parlava della pace e di cosa significhi impegnarsi per la pace.

Rattrista - e non poco - ciò che è accaduto che l’altra notte. Che qualcuno, cioè, abbia pensato bene di svelare i suoi ideali di pace imbrattando una foto di un giovane che sedici anni fa perse tragicamente la vita sulla via vecchia San Cataldo.

I propositi di pace del writer-vandalo sono sembrati per nulla rispettosi dei sentimenti dei familiari del ragazzo, dei suoi amici, di chi non lo ha mai dimenticato. Il graffito (senza offendere certe vere e proprie opere d’arte) ha ferito un’altra volta l’animo dei genitori del giovane Enrico Pagliara che, nonostante il passare degli anni, sentono ancora lacerante il dolore per la prematura perdita.

Quello che forse doveva essere un grido di pace, un’invocazione adatta ai segni dei tempi, di fatto, ha ferito non poche persone. È certo che manifestazioni per la pace più fruttuose possano essere altre.

La redazione di Portalecce esprime la sua vicinanza ai familiari del giovane Enrico e assicura il ricordo nella preghiera di suffragio per lui.

 

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