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Il prossimo 7 ottobre, don Giovanni Serio, parroco di Santa Maria della Porta in Lecce, celebrerà il suo 25.mo anniversario di presbiterato. In questi giorni, Portalecce pubblicherà una serie di riflessioni sul sacerdozio ministeriale raccontando l’esperienza di don Giovanni fin dal sorgere della sua vocazione.

 

 

 

 

Era un pomeriggio d’agosto del 1992 quando al termine di una messa celebrata durante il camposcuola parrocchiale a Campodolcino con un gruppo di giovani e giovanissimi della parrocchia Maria SS. Assunta di San Pietro Vernotico, l’allora parroco don Antonio Montinaro comunicava ai partecipanti la scelta di un giovane, Giovanni Serio, di entrare in seminario regionale a Molfetta per intraprendere il cammino verso il sacerdozio.

Una scelta che fu accolta con piacere ed allo stesso tempo inaspettata perché Giovanni si era diplomato a Locorotondo dove aveva studiato enologia e si era poi iscritto all’Università di Bari per proseguire i suoi studi. Probabilmente con lo stesso stupore che lo ha portato a chiedersi perché fosse proprio lui il destinatario di una chiamata così importante.

Il suo programma non coincideva con il disegno che Dio aveva pensato per lui; si è fatta strada così nel suo cuore la chiamata alla quale ha risposto con un percorso di discernimento vocazionale conclusosi con l’ingresso in seminario.

Ha trascorso la sua giovinezza in parrocchia ed in particolare nell’Azione cattolica dove ha coltivato la sua fede, sempre impegnato nel sociale, capace di passare da momenti di convivialità e socializzazione a momenti di preghiera, disponibile ad aiutare gli altri.

Giovanni era sempre presente ed attivo in parrocchia; i ricordi di quegli anni sono ricordi piacevoli, una persona di compagnia e sempre disponibile, una di quelle persone con le quali era divertente fare un’uscita tutti insieme, passare le serate nelle sale parrocchiali cantando accompagnati dal suono della sua chitarra, chiacchierare; sempre pronto ad impegnarsi in prima linea quando c’era da fare ed organizzare qualcosa di serio ed impegnativo come durante le celebrazioni o le manifestazioni. Personalmente ho sempre apprezzato il suo modo di essere cristiano tanto da sceglierlo come padrino della mia cresima: in lui ho trovato un esempio concreto di come si vive da cristiani, un punto di riferimento, una persona su cui poter contare nei momenti più difficili della mia crescita cristiana, sempre pronto ad incoraggiarmi ad essere testimone del Vangelo nella quotidianità.

Papa Francesco, in un suo discorso a braccio ha detto: “Dietro e prima di ogni vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata, c’è sempre la preghiera forte e intensa di qualcuno: di una nonna, di un nonno, di un padre, di una madre, di una comunità”; è quello che lui ha sempre fatto quando ha iniziato il suo percorso ed ogni qualvolta ritornava nella sua comunità: ha sempre chiesto di pregare per lui, affinché potessero sostenere la sua scelta e la sua chiamata potesse crescere.

Nella mente e nel cuore di tutti noi è ancora vivo il ricordo del giorno della sua ordinazione, al termine di una settimana di preparazione, il 7 ottobre del 1998: in una Piazza del Popolo gremita di gente ed addobbata a festa, venne ordinato sacerdote dall’arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi nel giorno della festa della Madonna del Rosario, la cui immagine sovrastava l’altare, per affidare a Colei che con il suo “sì” ha contribuito alla realizzazione del progetto di Dio rispondendo con coraggio alla sua chiamata, sotto il suo sguardo amorevole di madre, la vita sacerdotale e la sua vocazione.

In questi giorni speciali in cui ti accingi a festeggiare i tuoi primi 25 anni di sacerdozio ti ringraziamo perché quotidianamente con amore e dedizione ti sei messo al servizio della Chiesa, del prossimo e dei più bisognosi.

Ti auguriamo inoltre di proseguire con entusiasmo e passione ciò che hai iniziato 25 anni fa assicurandoti oggi come allora le nostre preghiere affinché mantengano sempre accesa la fiamma viva della fede anche nei momenti non facili che sicuramente ci sono stati e che ci saranno nella tua vita, per trasformare, grazie alla misericordia di Dio, le debolezze umane in forza.

 

 

 

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