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L’incipit dell’anno scolastico è contrassegnato da nuove esperienze ed aspettative, speranze e timori per alunni e docenti.

 

 

Per intraprendere quest’iter di studi, grandi e piccoli fedeli della parrocchia di San Sabino in Lecce, sabato sera scorso, nei giorni vicini alla festa liturgica di Santa Teresa di Calcutta, si sono riuniti in preghiera con il parroco don Sandro Quarta nella piazza a lei intitolata per ringraziare il Signore per tutti i suoi doni e per la consueta benedizione degli zaini.

“I ragazzi attendono tale inizio - ha detto don Sandro - che, se da una parte suscita tristezza per la fine delle vacanze, d’altro canto apre per loro e le famiglie una nuova pagina di vita. Per la comunità significa intraprendere ex novo programmi e progetti per vivere le attività pastorali. Sono tanti i motivi per fare Eucarestia, per rendere grazie al Signore”.  Bisogna vivere quell’I care di don Milani, ricordato nel centenario dalla sua nascita, che è alla radice di ogni convivenza civile e umana, anche se spesso si sentono biascicare parole amare: “Che senso ha andare in chiesa o partecipare ad una celebrazione?” secondo la logica per cui si debba percorrere da soli il proprio cammino di fede.

“Ma proprio allora tutto diventa più difficile - ha proseguito il parroco - Infatti, il nostro rapporto con Dio è comunitario, come Gesù ha insegnato chiamandolo Padre nostro. Sin dal principio siamo costituiti come comunità, altrimenti il nostro diventa un cristianesimo annacquato, basato su un’idea personale, ma non sull’insegnamento di Gesù, per il quale dove due o tre sono riuniti nel suo nome Egli è in mezzo a loro. Occorre pensare come comunità con gli ineludibili difetti, le pesantezze, le delusioni che ciò comporta, perché comunità perfetta non esiste, perché gli uomini sono imperfetti”.

Ecco emergere l’importanza della correzione fraterna senza vuota filantropia soteriologica. “Iniziamo questo nuovo percorso - ha detto, infine, don Sandro - sotto la protezione di Madre Teresa, una matita nelle mani di Dio, donna della carità. Come Lei anche noi abbiamo bisogno di lasciarci guidare da Dio, dalle persone che camminano con noi, che vivono il nostro stare insieme”.

 

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