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Accogliere nel cuore, con la forza della vocazione collettiva, gli esempi di coloro che, rifiutando ipocrisia e corruzioni hanno scelto di stare nel bene e nella verità.

 

 

 

In preparazione alla Giornata nazionale della memoria e dell’impegno, in ricordo delle vittime Innocenti della mafia, che si celebra il 21 marzo , la parrocchia San Massimiliano Kolbe di Lecce, grazie alla collaborazione della bella realtà leccese di “DorotecaLibri in dono – saranno regalati ai bambini, centro opuscoli per l’infanzia dedicati alle storie ispiranti e luminose di tre  uomini coraggiosi, che mettendo la loro esistenza al servizio della giustizia sociale, hanno combattuto con tenacia l’indifferenza e le la disonesta.

Stasera 19 marzo nella chiesa parrocchiale a partire dalle 16, nella giornata dedicata alla figura di San Giuseppe padre amorevole e giusto, saranno distribuiti gratuitamente gli opuscoli per l’infanzia dedicati alle figure e di Rosario Livatino, Padre Pino Puglisi e don Peppino Diana. Sorrideranno da lassù questi testimoni luminosi, ricordati proprio nel giorno del loro onomastico.

Don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come don Pino Puglisi, è stato un presbitero, educatore e insegnante italiano, ucciso da Cosa nostra nel giorno del suo compleanno. Qualche giorno prima della sua morte scrisse: “Molti oggi soffrono della “sindrome del torcicollo” perché continuano a voltarsi indietro, hanno paura del passato e non riescono a lasciarlo. Altri pensano, riflettono tanto, tanto, tanto da non muoversi mai. Alla fine, restano con un piede in aria gli uni e gli altri”.

Altrettanto importante la figura del giudice Rosario Livatino. Anche lui morto per mano di mafia, logica conseguenza di un impegno per la legalità, che porta San Giovanni Paolo II a definire lui e gli altri uccisi dalla mafia «martiri della giustizia e indirettamente della fede». Il Papa, proprio dall’incontro con i suoi genitori, prese l’ispirazione per la sua celebre condanna biblica della mafia nella Valle dei Templi di Agrigento, assolutamente non prevista ma stimolata dall’esempio di Rosario, al quale è attribuita una frase particolarmente profonda: «Al termine della vita non vi sarà chiesto se siete stati credenti ma se siete stati credibili».

Ed infine, i bambini riceveranno la storia di un altro martire don Peppino Diana, di cui proprio il 19 ricorre l'anniversario della morte. Cinque colpi di pistola risuonarono nella sacrestia della chiesa di San Nicola a Casal di Principe. Così muore don Peppe Diana. Appena 36 anni. Parroco, capo scout Agesci, impegnatissimo coi giovani, vicino concretamente alle persone più fragili, ai disabili, agli immigrati. Sacerdote fin nel più profondo, parlava chiaro, diretto. Non aveva paura di esporsi e di pronunciare il nome “camorra” e di accusare. E i killer della camorra lo uccisero il giorno del suo onomastico, mentre coi paramenti sacri stava uscendo dalla sacrestia per celebrare la messa. Gli amici lo aspettavano per festeggiarlo, ma non li raggiunse mai.

Storie come piccoli semi che, se coltivati a dovere, possono sbocciare formando futuri cittadini rispettosi del prossimo e amanti della giustizia

 

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