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In concomitanza della domenica in Albis, o domenica della Misericordia in cui si legge la pagina del Vangelo in cui Gesù incontra San Tommaso, l’artista Francesca Mele ha consegnato l’ultima tela che chiude il ciclo pittorico che sovrasta l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate in Carmiano.

 

 

L’opera si ispira ai versetti del Vangelo “Mentre i discepoli erano nel dubbio, l’ottavo giorno dopo la risurrezione Gesù entra a porte chiuse nel luogo dove erano riuniti. «Tommaso: vieni, tocca le mie mani nella quali sono stati confitti i chiodi».

“L’incredulità di San Tommaso - spiega l’artista Mele - qui è una guida alla conoscenza e alla confessione di fede. Ecco perché abbiamo voluto rappresentare la figura di San Tommaso. Perché egli, come noi tutti, mostra i segni del dubbio. La fede è una dimensione così personale, che non può essere indagata altri che da Dio”.

Nella composizione pittorica, che potrà essere ammirata per un mese a partire da sabato scorso, al centro troviamo il Cristo risorto, con evidenti i segni della passione: le stimmate, i segni della corona di spine sulla fronte, la ferita sul costato verso cui tende la mano di San Tommaso incredulo, ma Gesù con il suo sguardo rassicurante lo invita a toccare mentre il suo corpo emana e diffonde luce. Luce che irradia gli apostoli intorno a lui e sui cui volti possiamo leggere i lineamenti del Cristo, quasi una scansione dei vari momenti del Vangelo, a testimonianza dei sentimenti che lo stesso Gesù ha provato: dal dubbio e l’angoscia mentre prega nell’orto di Getsemani alla fede operatrice di miracoli, alla passione nell’ultima cena. Inginocchiato e commosso alla sinistra di Gesù l’apostolo Giovanni intento quasi a trattenere Gesù che si è fatto luce perché emblema della fede che rischiara qualsiasi paura, dubbio, incertezza. A differenza delle altre tele del ciclo pittorico, in quest’ultima manca la lampada che ha scandito per certi versi il cammino della fede, sostituita dallo stesso Gesù che illumina e guida i passi di chi crede in lui.

Il ciclo pittorico dedicato alla rappresentazione della fede, voluto dall’ex parroco don Gianni Ratta iniziò nel 2010 con la collocazione delle prime tre tele realizzate da Francesca Mele che riproducono tre fra i momenti più sublimi ed emblematici di tutta la storia della religione cristiana: l’Annunciazione, La Trasfigurazione e la Cena di Emmaus.

Il completamento del ciclo si deve al parroco don Riccardo Calabrese che dal 2022 con incarico conferito alla stessa artista che ha eseguito, nell’arco di due anni, la Natività, La Visitazione, La Lavanda dei Piedi e L’incredulità di San Tommaso che, collocata tra un mese, nell’ultima nicchia a destra chiuderà il ciclo pittorico che impreziosisce il presbiterio. Sottolinea don Riccardo: “Con quest'ultima tela concludiamo un ciclo iniziato già per volontà di don Gianni insieme con l'artista Francesca Mele e porta a compimento quello che è il percorso di riscoperta della fede, si parte dall'Annunciazione quando il figlio di Dio diventa uomo nel grembo di Maria e si arriva all'uomo è raffigurato e rappresentato da Tommaso che riconosce per la fede il suo Signore. Da questa tela si spegne la lampada perché Cristo stesso diventa la luce che illuminerà la fede di ogni uomo e allora concludiamo questo percorso artistico che dà valore a tutto il presbiterio e anche alla chiesa stessa e sarà così come è stato sempre nella storia un modo per catechizzarci ancora per riscoprire quella lampada della fede che brilla dentro di noi anche al di là di ogni dubbio”.

 

 

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