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Si conclude ad Arnesano questa sera il tempo della novena e si apre ufficialmente la festa di Gesù Crocifisso.

 

 

 

È il giorno più importante di tutto l’anno, per la piccola comunità prossima al capoluogo, che si raduna, in un palpito solo, ai piedi del Crocifisso, per chiederne la discesa tra la gente e tra le case, affinchè doni salvezza, salute, pace ed ogni benedizione.

Si parte alle 21 (diretta sulla pagina Fb di Portalecce e sul ch 73 di Telesalento per la regia Gabriele Coppola) con la “Preghiera delle cinque piaghe”, presieduta dal parroco don Antonio Sozzo, ai piedi dell’altare del Crocifisso. A seguire, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Michele Seccia, arcivescovo metropolita di Lecce e concelebrata dai sacerdoti arnesanesi e non solo.

ALCUNI CENNI DEL MIRACOLO

Verso la metà di aprile del 1848, il borgo di Arnesano, che contava 1450 abitanti, venne assalito da un morbo letale, che giornalmente mieteva vittime. In totale furono 66 morti nell’anno. Il paese venne chiuso per evitare ulteriori contagi. A nulla valse l’opera dei medici locali e dei più illustri inviati da Lecce e dai paesi limitrofi. Molte preghiere si innalzavano all’Assunta, protettrice del paese e a San Michele arcangelo.

Sorse l’8 maggio e il sole con i suoi raggi luminosi e l’aria intrisa del profumo dei fiori d’arancio, facevano contrasto col cuore affranto dei cittadini. Ognuno vedeva nella propria casa qualche caro che si dibatteva con la morte. Il parroco del tempo, don Luigi Brigante, impavido e compreso del proprio dovere, ormai girava in tutte le case per il viatico e l’Unzione degli infermi. Tornato in chiesa, scoraggiato e oppresso dal dolore, volse lo sguardo al Crocifisso e con fede esclamò: “Oh Gesù, in te solo è la salute, la vita! Oh Gesù, salva il paese!”

Senza perdere tempo, fece suonare le campane a festa, che da giorni suonavano solo a morto. I sacerdoti e il popolo, a quel suono insolito, in un’ora ancora buia, accorsero numerosi in chiesa. Il Crocifisso fu sceso e portato in spalla dai sacerdoti, come l’arca santa, per le vie del paese, seguito dal popolo in lacrime. La processione sostò presso la prima casa, la seconda, la terza, ecc…e tutti gli ammalati e moribondi si levarono sani e salvi e seguirono la processione. “Passò beneficando e sanando tutti!”. Il miracolo si era compiuto e al ritorno in chiesa, si elevò l’inno di ringraziamento.

Anche quest’anno, dopo 173 anni, nel corso della pandemia da Covid-19, il Crocifisso scenderà dal suo altare, preceduto dall’arcivescovo e portato in spalla dai sacerdoti del paese. Il rito sarà accompagnato dal canto dell’inno dei fanciulli guidati dalla maestra del coretto Sara Petrelli e l’organista Mariagrazia Solazzo. Le campane a festa e i colpi secchi annunceranno la discesa della Croce al popolo nelle case e ai paesi limitrofi e l’apertura della festa.

Quest’anno, a causa delle norme vigenti anti-contagio da Covid-19, si potrà seguire la celebrazione solo in chiesa, fino al numero massimo di posti a sedere previsto dalle norme e dalla televisione. Non si potrà sostare sulla strada antistante la chiesa madre.

 

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