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All'ultimo respiro. Al 95' sull'ultima azione, Falcone è spinto in area e il Var aiuta l'arbitro ad assegnare il rigore. Il Lecce perdeva 1-0, ma aveva la possibilità di un pari insperato. Sul dischetto si presentava Piccoli che segnava il gol del pari.

 

 

Detto ciò, non si può giocare solo un tempo, sprecare tante energie e non riuscire ad andare in vantaggio, nonostante la mole di gioco realizzata. Questo è accaduto al Lecce. Poi al Bologna non si può concedere nulla perché è veramente in una forma incredibile, accompagnata anche da una buona dose di fortuna. I felsinei hanno avuto il torto di non chiudere la gara. L'arbitraggio, nel primo tempo, ha poi permesso ai felsinei di picchiare in lungo e in largo, senza nemmeno un cartellino giallo. Al Lecce non è mancata la generosità, bensì l'intelligenza tattica di dosare le forze. Certo il finale ci regala un grande punto, alla fine pure meritato. Tornava a giocare dopo tre settimane tra le mura casalinghe il Lecce di Roberto D’Aversa, opposto alla vera sorpresa del torneo, il Bologna di Thiago Motta. Gli emiliani si presentavano nel Salento con numerose assenze, tra cui spiccava quella di Orsolini. Nella lista degli infortunati apparivano anche Karlsson, El Azzouzi, Bonifazi, Corazza e Soumaoro, mentre Zirkzee partiva dalla panchina.
Motta non rinunciava comunque al suo modulo, 4-2-3-1, con Van Hooijdonk unica punta a sostenere l'attacco. Dietro di lui, spazio ai centrocampisti di qualità, Ndoye, Ferguson e Saelemaekers.
Il Lecce, invece, davanti al suo pubblico, si disponeva con il consueto 4-3-3, scendendo in campo con la maglia celebrativa in onore di Ciro Pezzella e Michele Lorusso, indimenticabili campioni deceduti tragicamente 40 anni fa. Almqvist aveva solo due allenamenti col gruppo alle spalle e, pertanto, non poteva partire titolare. In avanti, spazio dunque a Banda, Krstovic e Strefezza (preferito a Sansone). A centrocampo era fondamentale il rientro dalla squalifica di Ramadani, metronomo dei giallorossi. Al suo fianco, Gonzalez, reduce dalla bella prestazione contro il Verona e Oudin.
Infine in difesa Dorgu veniva preferito a Gallo sulla sinistra.
La gara viveva una prima fase di studio. Il Lecce era aggressivo, ma il Bologna, a partire dalla fine del primo tempo, riusciva a dipingere belle trame di gioco, grazie ad uno spartito appreso a memoria e alla tecnica dei singoli interpreti, soprattutto sull'out di destra. In verità, il Lecce, all'inizio, cercava di macinare gioco, azionando soprattutto le fasce laterali e cercando con frequenza le sovrapposizioni. Quando giungevano nella trequarti di campo, però, i salentini erano schermati dai bolognesi che si chiudevano bene e cercavano di bloccare tutte le linee di passaggio. Il Lecce allora cercava le accelerazioni di Banda, come anche l'estro di Strefezza con risultati alterni. Il lavoro di Ramadani era straordinario. Il play giallorosso doveva non solo cercare di tamponare le incursioni avversarie, ma era chiamato ad impostare la manovra, nonostante la pressione esercitata su di lui. Pertanto, non era raro veder portare palla a Baschirotto e a Pongracic, i quali, peraltro, dovevano prestare molta attenzione agli scatti della punta olandese del Bologna. Ogni volta che il Bologna si affacciava nella metà campo salentina era insidioso, a causa della imprevedibilità di Ndoye e alla indiscussa abilità di Saelemaekers, impreciso nell'ultimo passaggio. A turno, spingevano anche i terzini e il lavoro dei centrocampisti salentini era notevole in fase di ripiegamento. Krstovic era abbastanza isolato in avanti, e pertanto cercava di farsi vedere nella trequarti per offrire un ulteriore sbocco offensivo. Come sempre, il montenegrino era molto generoso e particolarmente desideroso di andare a rete, visto che il gol gli mancava da troppe partite. Purtroppo però non manteneva molti palloni e perdeva alcuni contrasti. Questo era in sintesi il primo tempo, dove il Lecce avrebbe meritato il vantaggio almeno ai punti. Su tutti, ha brillato Gonzalez, abile nelle due fasi, intelligente tatticamente e pronto anche alla conclusione. Troppo ondivago invece Oudin, il cui estro è indiscutibile, così come la sua discontinuità.
Veniamo ora alla cronaca: al 2' Strefezza recupera un gran pallone sulla destra, ma Krstovic non è lesto nell'approfittarne. Sul corner successivo, Dorgu va al tiro e impensierisce Skorupski. Poi il Bologna si fa avanti con la sua punta olandese, alta e rapida, ma Falcone chiude il tentativo di cross.
Il Lecce riparte bene con vari cambi di gioco che intontiscono i felsinei, come al 9' quando Banda apre su Strefezza e questi ricambia gioco a sinistra per Oudin.
Gonzalez svaria su tutto il fronte centrale del campo, partendo da destra, Oudin è invece più avanzato sulla destra.
Al 16' proprio il francese pennella un cross meraviglioso su cui si avventa Krstovic che solo per poco non ci arriva. Il Lecce è padrone del gioco, ma non concretizza nonostante i tanti calci piazzati. Il Bologna è falloso ma non paga dazio con i cartellini gialli che Doveri pare aver dimenticato. Al 23' ci prova da fuori Gonzalez ma il suo tiro è respinto da Skorupski. Spesso Banda è mandato uno contro uno, ma solo raramente salta l'avversario. Funzionano meglio le sovrapposizioni con Dorgu. Al 30' è ancora Gonzalez a sfiorare il vantaggio su cross di Banda. Al 39' però Dorgu si fa saltare per la seconda volta, ed è ancora Falcone rimediare con una uscita perfetta. Il Bologna sfrutta la stanchezza dei giallorossi e si propone con maggiore intensità in avanti e ne fa le spese Ramadani, che spende il giallo per bloccare una ripartenza ospite. Il primo tempo si chiudeva con un brivido finale per i salentini. Nella ripresa, lo spartito della gara non cambiava. Il Lecce voleva fortemente i tre punti, ma il Bologna stava crescendo, come mostrato nella parte finale del primo tempo.
Posch controlla bene Banda. Al 2' Van Hooijdonk ha una grande occasione, ma la spreca sul fondo, dopo che il Lecce si è fatto trovare scoperto sulla sua destra. Il Lecce è volitivo, ma il Bologna è molto pericoloso sulle fasce con Ndoye. Al 56' i primi cambi per entrambi gli schieramenti. Il Lecce inserisce Piccoli per Krstovic, mentre gli ospiti immettono Zirkzee, Moro, Freuler e Lykogiannis. Al 17' azione insistita dei salentini che ci provano dalla distanza con Ramadani. Un minuto dopo, entrano Sansone e Blin per Banda e Oudin. Il Lecce sulla carta è più difensivo, anche perché il Bologna sfrutta bene la fascia destra dove Dorgu è sempre in inferiorità numerica. Al 23' la punizione per il Bologna, per un fallo procurato da Ferguson, è da posizione ottima, dai 25 metri, un po' defilata sulla destra. Sulla palla si presenta Lykogiannis che disegna una traiettoria perfetta che si insacca nel sette, lasciando impietrito Falcone. Il raddoppio è fallito un minuto dopo, ma il Lecce sbanda vistosamente e sembra in debito di ossigeno.
Al 30' in contropiede il Bologna va vicino al raddoppio e D'Aversa cambia ancora: dentro Almqvist e Rafia. Sul corner al 34' ci sarebbe anche la possibilità del pari, ma Gendrey non trova lo spiraglio giusto. Il team di D'Aversa è certamente stanco, il Bologna sembra padrone del campo, ma non ha ancora chiuso il match. Rafia corre generosamente, mentre cala Gonzalez. Almqvist non è pervenuto e Sansone non riesce ad azionare il turbo. Nel finale è ancora il Bologna a rendersi pericoloso sfiorando il raddoppio. Il Lecce è confusionario e non crea più azioni da gol. Un insperato corner arriva al 95' e sui suoi sviluppi, Falcone è nell'area avversaria e viene atterrato. Il rigore è netto e il gol di Piccoli regala un punto fondamentale, quanto inatteso.
Ora il team di D'Aversa è atteso dal match con l'Empoli: uno scontro salvezza da non fallire.

 

 

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