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Sofferto, ma meritato il punto conquistato dal Lecce, reso ancora più esaltante dalla prestazione di squadra e dalla forza degli avversari, aiutati anche da un arbitraggio a senso unico.

 


In alcuni frangenti i salentini hanno tremato, sotto gli attacchi ospiti, ma non si sono mai disuniti e hanno avuto la forza di ribaltare ogni pronostico, mettendo in evidenza quel funambolo di Almqvist e il rigenerato Strefezza. A tutto ciò si aggiunga la corretta lettura della gara fatta da D'Aversa che, con i cambi giusti, ha dato linfa ai giallorossi. Un po' in ombra Krstovic che non ha inciso per tutto il primo tempo, ma ha avuto grande merito nella ripresa col gol del pari.
Questa era un'altra serata di anticipo per il Lecce di D'Aversa che affrontava il Sassuolo davanti al proprio pubblico, nel rovente catino del Via del Mare. Il mister abruzzese doveva rinunciare a Blin, ma recuperava Kaba, reduce dall'ingiusta squalifica, e al posto di Banda riproponeva Strefezza.
Di fronte ai salentini c'era la temibile squadra emiliana, capace di battere Juve e Inter, a riprova dell'eccellente tasso tecnico della sua rosa. Oggi, al posto di Viti e Tressoldi, i centrali erano Erlic e Ferrari, con Toljan e Vina terzini. A centrocampo out Matheus Henrique e largo quindi a Racic assieme a Boloca. In attacco dietro a Pinamonti, agivano Castillejo, con Berardi e Lauriente. Soprattutto in avanti il Sassuolo era temibilissimo. La qualità di Berardi, la corsa di Laurienté e il peso specifico di Pinamonti mettevano a dura prova il centrocampo e la difesa salentina.
Di contro, però, il Lecce contava sul suo metronomo, Ramadani, in grado di dettare i tempi in fase di aggressione dell'avversario.
Quando funzionavano le catene laterali di destra e di sinistra per gli emiliani erano dolori. In difesa, in effetti, il Sassuolo ballava, come dimostrato anche dalle tante reti subite. Il Lecce spinto dal suo indomabile pubblico si difendeva con ordine. Baschirotto annientava Pinamonti, mentre Pongracic partecipava attivamente alla fase di costruzione del gioco. La bella prova di Baschirotto era però macchiata dal fallo di mano che portava in vantaggio gli emiliani. A volte, i salentini mancavano di lucidità e, dalla trequarti in su, le scelte non sempre erano quelle corrette, ma le incursioni di Kaba e le folate di Strefezza, finalmente nel vivo dell'azione, producevano grattacapi agli ospiti. Anche la velocità di Almqvist costituiva una spina nel fianco per gli ospiti. Ben impostato il piano di gara dal tecnico D'Aversa che puntava a spegnere le fonti di gioco del Sassuolo, attraverso un'attenta marcatura su Belardi e Lauriente da parte dei due esterni, e anche mediante l'utilizzo di Kaba, che dava tanta sostanza al centrocampo e arretrava per impostare dal basso. Poi in avanti i numerosi cambi di gioco e l'uso delle fasce laterali contribuivano a dare peso all'attacco. La gara viveva di diverse fasi.
All'inizio del match, il Lecce partiva forte e al 5' era già pericoloso con Strefezza che crossava per Almqvist il quale da ottima posizione non calciava in porta, ma cercava Krstovic anticipato in angolo.
Dal lato di Strefezza il Lecce spingeva molto e anche Gallo era propositivo, nonostante dalle sue parti agiva Berardi.
I cambi di gioco erano frequenti come i corner per i salentini.
Al 12' Rafia ci provava dalla distanza ma senza esito, mentre un minuto dopo Strefezza impegnava Consigli. Al 15' si affacciava per la prima volta il Sassuolo che andava al tiro con Castillejo.
Il Lecce era arrembante, ma aveva la pecca di non concretizzare la mole di gioco. Il Sassuolo ne approfittava e la difesa salentina ballava dal lato di Berardi. Sul conseguente angolo, l'arbitro vedeva nella mischia un fallo di mano di Baschirotto e decretava il rigore per il Sassuolo. Il lungo consulto del Var dava ragione al direttore di gara e Berardi annotava la rete del vantaggio al 21'. Il Lecce era tramortito e non spingeva come all'inizio. I cambi di gioco divenivano prevedibili e gli emiliani cercavano di addormentare la gara. Il Lecce andava allora in feroce pressione per recuperare palloni e sorprendere gli ospiti. La Nord non ci stava e caricava i ragazzi, mentre il Sassuolo perdeva tempo in ogni momento, favorito dall'arbitro Sacchi, ancora una volta insufficiente. Al 38' Krstovic si mangiava un gol fatto spedendo sul palo, ma l'azione era viziata da un precedente fallo. Dopo era Gendrey a impensierire Consigli, ma il Lecce era sfortunato e impreciso. Al 46' Almqvist tirava sul portiere da due metri, dopo una grande corsa, e sul corner susseguente un altro colpo di testa finiva fuori.
Nella ripresa, il Lecce partiva forte e Krstovic si procurava subito un angolo da cui sviluppi realizzava il meritato pareggio.
Il pubblico incitava i propri beniamini e il Lecce rispondeva da par suo. ''Devi vincere" era l'urlo della Nord.
Al 17' entrava Oudin al posto di Rafia e dopo entrava Dorgu in sostituzione di Gallo, autore di una eccellente prestazione. Il Lecce rifiatava dopo tanta spinta. Al 29' occasionissima per i salentini che sfioravano il gol su cross di Oudin non intercettato da Pongracic. Al 32' ci provava Strefezza dalla distanza, ma il tiro terminava di poco a lato. Al 40' dentro anche Piccoli e Sansone al posto di Almqvist e Kristovic.

Ora il Lecce è atteso dalla insidiosa trasferta di Udine, che potrà preparare con tutta calma dopo la sosta. Sarà un'altra gara di fondamentale importanza nel percorso di crescita dei nostri ragazzi. La salvezza è l'obiettivo e a Udine bisogna far punti per conquistarla quanto prima.

 

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