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Approccio alla gara completamente sbagliato, sterilità offensiva evidente e poi anche troppi errori tecnici. Questa volta però Strefezza era dentro la partita, ma l'assente ingiustificato era Di Francesco.

 

 

Così i granata, senza strafare, conducevano in porto la gara. Dopo le due sconfitte consecutive,all'ora di pranzo, il Lecce era chiamato a matare il Toro, dall'altalenante rendimento e che nella gara di andata aveva vinto solo grazie a un episodio favorevole. Questa volta, però, il team giallorosso si smarriva e, dopo i primi 10 minuti di studio, su due clamorosi svarioni, subiva un terribile 0-2 che inficiava tutta la gara. In avanti i salentini erano sterili e non producevano nemmeno un tiro in porta per tutto il primo tempo. Poi ci si metteva anche l'arbitro Sacchi colpevole di una conduzione di gara insufficiente e costellata da tanti errori nell'assegnazione dei cartellini e delle punizioni (sempre in senso contrario ai giallorossi). Detto questo, il Lecce è apparso aggressivo, determinato ma troppo indietro tecnicamente. Forse anche il forte vento influiva, ma la fase di costruzione di gioco era troppo macchinosa. Eppure, questa volta, mister Baroni schierava i titolari senza dar adito a particolari sorprese. Gallo veniva preferito a Pezzella, Gonzalez si riprendeva il posto facendo a comandare in panchina Blin, mentre in avanti Ceesay ancora una volta vinceva il ballottaggio con Colombo. La squadra giallorossa era più equilibrata e concentrata rispetto a Milano, anche a causa dell'apporto dato da Blin, in grado di dar protezione alla difesa e far ripartire il tridente.
Di contro il Torino di Juric si schierava con il consueto 3-4-2-1, con Sanabria unica punta. Non era però un Toro guardino, ma anzi Miranchuk e Radonjic accompagnavano spesso la punta centrale argentina. Dopo i primi minuti di gioco, si vedeva chiaramente l'intento granata di sfruttare le fascie laterali, soprattutto con Rodriguez a sinistra, spesso insidioso. Dal canto suo, il Lecce proponeva il solito gioco arioso, con Strefezza e Ceesay molto mobili. A destra, Gendrey spingeva con costanza, mentre Gallo si affidava a lanci lunghi per i tagli di Di Francesco. A centrocampo Hjulmand era dominante, smistava palloni in quantità industriale ed era preciso, elegante e puntuale nelle scelte di gioco. La doccia fredda arrivava però al 20' quando su schema da calcio da fermo, Singo, tutto solo sul secondo palo insaccava da due passi con tiro forte e angolato.
Era la seconda volta che il Lecce si faceva trovare impreparato sul secondo palo, ma questa volta con l'aggravante dell'inizio azione da palla inattiva.
Al 23' i ragazzi di Baroni subivano il raddoppio in contropiede allorquando Baschirotto veniva saltato da Radonjic e questi serviva in area Sanabria che infilava l'incolpevole Falcone. Alla mezz'ora, dopo l'ennesimo fallo su Strefezza, si scatenava una rissa vicino alla panchina del Lecce e ne faceva le spese, tra gli altri, il direttore Trinchera.
La partita si incattiviva e il Lecce perdeva di lucidità. Strefezza, molto dinamico, sbagliava la rifinitura, Di Francesco era fuori dal gioco e Ceesay, dopo un promettente inizio, si spegneva e non vinceva più nessun contrasto. Nella ripresa, Baroni metteva subito Colombo e Oudin, spostando Strefezza a sinistra. Era un altro Lecce, che collezionava cross a volontà e riempiva l'area granata. I torinesi però controllavano gli spazi centrali e chiudevano ogni spiraglio puntando sulla loto fisicità. Al 7' usciva Hjulmand, per un infortunio, ed entrava Maleh. Il Lecce perdeva il suo capitano e anche lo slancio iniziale. Il primo tiro in porta giungeva al 10' ma Blin colpiva piano. Un minuto dopo, Oudin aveva la palla del pari su preciso assist di Colombo ma spreca a clamorosamente. Al 12' ci provava anche Strefezza, ma sbatteva contro il muro granata. Juric correva ai ripari e immetteva Ricci e Aina. Il Lecce era più arrembante e reclamava anche per qualche episodio dubbio in area granata. Maleh forniva il suo buon contributo e anche Colombo era propositivo.
Al 31' Banda prendeva il posto di Gonzalez e il Lecce si ridisegnava con Oudin mezz'ala. Al 34' Gendrey aveva sul destro l'occasione per riaprire la gara. A Firenze sarà assolutamente necessario invertire la rotta, anche se i viola si stanno riprendendo, e bisognerà giocare con la stessa foga del secondo tempo odierno, dove al Lecce è mancato solo il gol. Il percorso è costallato anche da un momento di calo, che il Lecce deve saper gestire per ottenere la salvezza. La sciarpata finale della Nord indichi la via del riscatto a tutti i ragazzi, bisognosi di fiducia e di rinnovate certezze.

 

 

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