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È stata celebrata l’altro ieri, nella chiesa madre di Maria SS. Assunta di Guagnano, una messa in suffragio del maresciallo Giuseppe Barba, vittima del dovere, valoroso poliziotto di Monteroni che nell’estate del 1982 perse la vita a seguito di un eroico tentativo di sventare una rapina nell’Ufficio Postale del suo paese. La liturgia è stata presieduta da don Antonio Sozzo, cappellano della Polizia di Stato per la provincia di Lecce, alla presenza dei familiari del poliziotto, la moglie e i figli, e del questore di Lecce, Andrea Valentino.

 

 

 

La celebrazione è stata promossa dalla sezione di Guagnano dell’Associazione nazionale Polizia di Stato (Anps), guidata dal presidente Giuseppe Verdoscia, e alla funzione hanno preso parte con l’abito sociale numerosi soci, poliziotti ed ex colleghi del maresciallo caduto. 

Al poliziotto-eroe, nell’ottobre del 2019, fu intitolata proprio la sezione provinciale dell’Anps, con sede a Guagnano, alla presenza dell’allora capo della Polizia, Franco Gabrielli.

Barba “sacrificò la sua vita per difendere i valori di libertà e di democrazia: fulgido esempio di dedizione al dovere e alla divisa”.

I fatti risalgono al 15 giugno 1982. Il maresciallo, che quel giorno era libero dal servizio, si rese conto che era in corso una rapina nelle Poste di Monteroni. Barba, nonostante fosse disarmatonon esitò a raggiungere l’ufficio postale e a fronteggiare i malviventi: si scagliò contro uno dei criminali ingaggiando una colluttazione nel corso della quale riuscì quasi ad avere la meglio. Anche il secondo rapinatore si lanciò però contro il poliziotto in borghese, permettendo al complice di rialzarsi e di esplodere un colpo di pistola che ferì gravemente il maresciallo. Giuseppe Barba aveva 49 anni. E dopo oltre un mese di agonia, morì il 25 luglio 1982

 

 

 

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