0
0
0
s2sdefault

“Mafia è il nome; di cognome fa omertà”. È il silenzio, il potere della mafia. Una constatazione amara, che emerge dal bellissimo pezzo dal titolo “Paese senza verità”, composto da Gianfranco Villanova, medico dentista con la passione per la musica, quella vera, quella che scuote le coscienze, che pone interrogativi, che sollecita il bisogno e la voglia di cambiare.

 

 

 

Un pezzo (GUARDA E ASCOLTA) scritto in collaborazione con Luigi Russo, che insieme con lui ha composto la musica, e con Dalila Spagnolo e Emanuele Flandoli, che hanno collaborato alla stesura del testo e hanno prestato la loro inconfondibile voce per la realizzazione finale.

“Paese senza verità” è un brano nel quale il grido di dolore, il richiamo alla verità, il progetto di rinnovamento personale e sociale si uniscono insieme in una sintesi generativa di vita.

Le verità che mancano sono quelle nascoste nei segreti che avvolgono ancora oggi le violenze che hanno attraversato gli ultimi decenni della nostra storia. Sono le verità reclamate dalle stragi che hanno insanguinato il nostro bellissimo Paese; sono le verità che gridano le loro ragioni dalle vite spezzate di Rosario Livatino (domenica scorsa beatificato come martire della fede), Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Aldo Moro, Ninni Cassarà, Boris Giuliano, Peppino Impastato, Nuccio Fava, don Giuseppe Diana, don Pino Puglisi e tanti altri che hanno pagato cara la loro missione e la fedeltà ai valori (di giustizia, di verità, di fede) che hanno scandito la loro esistenze.

Vite spezzate in modo brutale, ma animate da una luce profonda e intensa, che, proprio nel momento della distruzione e della morte, le ha trasformate in Fari che illuminano le nostre esistenze e ci ricordano che la violenza e la morte non sono l’orizzonte ultimo di una storia disgraziata o incapace di riscattare sé stessa. “Ogni lacrima è un punto nel cielo, una stella che guida, per chi resta qua”: è questo il motivo di fondo che ispira ogni verso di Paese senza Verità; un messaggio che, oltre al valore evocativo delle parole, è affidato alle voci potenti e incisive dei loro due interpreti (Dalila Spagnolo e Emanuele Flandoli) e all’alternarsi delle linee melodiche distese (per dire il dolore) e ritmate attraverso il rap (per significare l’energia di rinnovamento che promana da quelle esperienze tragiche e salvifiche insieme).

La canzone si presenta come un percorso che trascende di continuo sé stesso: il dolore si fa denuncia; la denuncia si fa progetto; il progetto si fa speranza, la speranza si fa preghiera. Per questo, ascoltarla non lascia indifferenti. Le sue note, i suoi ritmi, i suoi versi, hanno la forza di scalfire le resistenze, di scuotere l’indifferenza, di sollecitare il bisogno di chiarezza. Perché il Paese senza verità, ritrovi il gusto di cercarla, di reclamarla e, infine, di renderla visibile al mondo.

Il pezzo ha partecipato al concorso “Musica contro le mafie”, organizzato da Libera nel 2020. In quell’occasione non ha ottenuto premi, ma ha ricevuto molti apprezzamenti da parte di soggetti istituzionali che operano nel campo del contrasto alla criminalità organizzata. Tra questi, Rosaria Manzo,  presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime strage Treno Rapido 904, che ha considerato il pezzo come un “imprescindibile modo di fare memoria”; Marco Gallizzoli, scrittore, che sottolinea come “L'immagine graffiante delle lacrime seccate dal vento che si innesta su quella del sangue seccato dal tempo è davvero potente”; Matilde Montinaro, sorella del caposcorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro, la quale ci ricorda che “Solo cercando la verità Antonio e tutti gli altri saranno presenze vive in chi combatte il potere e la menzogna per costruire verità e giustizia”. Complimenti e congratulazioni sono giunti anche da Daniele Durante, direttore artistico de “La Notte della Taranta”; Giovanni Arbace, liutaio di fama internazionale e musicista; dalla redazione di Radio One e Radio Inondazioni; da Umberto e Anna, coordinatori del “Centro di documentazione sulle Mafie” di Palermo; da Miria Gravili di Effetto Notte (Giovani Talenti Emergenti); da Ilaria Moroni, Direttrice del Centro documentazione “Archivio Flamigni” su Caso Moro, P2 e mafia; da Aron Pettinari (capo redattore di “Antimafia 2000).

Ascoltare questo pezzo può essere allora un punto di partenza. Un inizio che può portare lontano e, magari, sollecitare il bisogno di sapere, perché il paese senza Verità possa, finalmente, diventare, il paese della Verità ritrovata.

Buon ascolto a tutti.

 

Forum Famiglie Puglia