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La tecnologia restituisce all’uomo quello che è. Che siamo entusiasti delle straordinarie potenzialità della rete o angosciati per le dimensioni della nostra casella di posta elettronica, le considerazioni di Howard Rheingold, su come imparare il nuovo alfabeto digitale, meritano la nostra attenzione.

 

 

Nell’alfabetizzazione digitale sono in gioco conseguenze sociali e personali e non il semplice arricchimento individuale. Se mettiamo piccoli sforzi insieme, navigando con un’informazione “intelligente”, questi possono tradursi in un patrimonio di beni comuni che migliora tutti. Usare il web consapevolmente può renderci davvero più intelligenti. Guardare il controllo dell’attenzione quando si è in rete richiede prima di tutto intenzionalità e una domanda per ogni cittadino digitale può essere: che cosa stanno facendo al cervello le mie pratiche d’uso dei media? In una partecipazione critica dei social infatti potremo favorire un’intelligenza collettiva dove aggiungere il valore all’informazione significa collegare il cuore alla mente e metterli in rete.

Esplorate molteplici media: i blog, Twitter, Instagram, Facebook, i siti di social bookmarking, quelli di domande e risposte, e le persone incontrate faccia a faccia. Potete tenere traccia anche id quello che trovate, ma ricordate che il vostro vero obiettivo è esplorare lo spazio dei vostri interessi ma ricordando che per costruire un’intelligenza a misura di rete bisogna usare bene il web e così in modo consapevole ci può rendere più “intelligenti”. Come nella vita allora anche sui social buona vigilanza! Consapevoli che la fiducia di creare ponti faccia nascere sempre di più dei buoni cittadini digitali cristiani.

 

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