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Il volume, pubblicato in estate da Kurumuny Editore (Martano, Lecce) ci riporta in una San Pietro Vernotico ormai lontana, quella dell’immediato dopoguerra: il paese si trova nel pieno della sua produttività, campagne e opifici attirano numerosi braccianti, anche dal basso Salento; i bambini e i ragazzi vivono la loro infanzia e adolescenza per strada, alla scuola della vita, giocando e divertendosi con poco o niente; la comunità è animata da forti vincoli di solidarietà e di comunione fraterna.

 

 

Qui Domenico Modugno vive i suoi anni giovanili e si prepara a spiccare il volo verso il suo futuro di eccezionale successo. L’autore del volume, agile, allegro e godibile nella sua lettura, denso anche di digressioni autobiografiche, è Angelo De Matteis, trentanovenne compaesano di Mister Volare, nonché attore teatrale e cinematografico. A lui abbiamo rivolto alcune domande.

Come è nata l'idea di scrivere “Io, Domenico e me”?

Non c’è stato un preciso momento in cui ho deciso di progettare la scrittura del libro. Ad un certo punto mi ci sono trovato dentro, perché dopo tanti anni di consuetudine con una presenza impalpabile e tuttavia tangibile in paese come quella di Modugno, mi  sono ritrovato a raccogliere materiali di ogni tipo, a prendere appunti mentre ascoltavo i ricordi di chi era ancora vivo, a registrare gli audio delle conversazioni, sentendomi mosso da una specie di passione e, al tempo stesso, una convinta illusione che alla fine del lavoro avrei trovato una parte di me che, altrimenti, non avrei mai potuto conoscere.

Per utilizzare un termine che è presente nel testo, si tratta di una “indagine" alla ricerca di te stesso?

Non direi su di me, anche se, alla fine, scrivere questa specie di memorie mi è stato utile per fare i conti con le mie origini e le mie radici in quanto compaesano di Domenico Modugno. L’esperimento narrativo si è collocato a metà strada tra l'indagine oggettiva e il tentativo, del tutto soggettivo, di raccontare la realtà mediante la testimonianza di chi conosce e ha vissuto direttamente i fatti.

Quanto è durata la fase di ricerca delle fonti e di stesura del volume?

La fase di ricerca è durata una decina d'anni, con lunghi periodi di pausa e momenti di ripresa, fino al punto in cui non ho accumulato abbastanza materiale e appunti da poter iniziare a modellare il tutto. La stesura effettiva è stata ultimata soprattutto nei due anni di pandemia.

Secondo te che rapporto si instaura tra realtà e finzione in un esperimento narrativo come questo?

Non lo so. Credo che chiunque si trovi a raccontare qualcosa che gli è capitato direttamente, o che ha ascoltato da altri, nel momento stesso in cui organizza il pensiero e utilizza la memoria introduce piccoli elementi di finzione, ad esempio nella struttura del racconto o nell'ordine dei fatti. Direi quindi che, in questo senso, i confini tra realtà e finzione non sono poi così evidenti e sono piuttosto permeabili tra di loro. Quello che posso dire con certezza è che, nel volume, il racconto dei fatti cosiddetti biografici su Domenico Modugno, e altri personaggi meno noti del nostro paese d'origine, si basano su fonti accertate e verificate.

 

 

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