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Dalle alluvioni in Toscana e in Emilia-Romagna al caldo estremo in Puglia, dal crollo del ghiacciaio della Marmolada agli incendi boschivi in Sardegna: che ruolo hanno i cambiamenti climatici negli eventi meteo estremi che sempre più spesso colpiscono il nostro Paese?

 

 

 

Quante volte ci sarà capitato di vedere al telegiornale immagini di alberi sradicati dalla forza del vento, campi agricoli distrutti dalla violenza delle grandinate, città allagate dall’intensità delle piogge e terreni desertificati da temperature estreme? Davanti ad una natura così distruttiva ci si chiede quale sia la causa di questi fenomeni, che negli ultimi anni sono aumentati a dismisura, come conferma anche Legambiente. È inutile negare che l’impatto dell’uomo sull’ambiente ha modificato il clima, ma possiamo davvero dare tutta la “colpa” degli eventi meteo estremi ai cambiamenti climatici?

Il dibattito sulla questione è ancora aperto e si accende ogni volta che si verifica una calamità naturale, com’è stato nel caso del crollo del ghiacciaio della Marmolada. Come molti ricorderanno, il 3 luglio 2022 una massa di acqua, ghiaccio e detriti si è staccata dal ghiacciaio della Marmolada, nelle Dolomiti, dando origine ad una valanga che ha causato ben 11 morti e 8 feriti. Ebbene, uno studio di Aldino Bondesan e Roberto Francese, docenti rispettivamente dell’Università di Padova e di Parma, ha confermato che il crollo è stato causato in gran parte dalla presenza nel ghiacciaio di un enorme volume di acqua dovuto alle elevate temperature.

Se questo studio sembra confermare il ruolo dei cambiamenti climatici nel verificarsi della calamità, lo stesso non si può dire invece nel caso degli incendi boschivi che tutte le estati devastano la Sardegna. Infatti, si stima che la maggior parte di essi sia di natura dolosa, anche se sicuramente il caldo anomalo, il degrado del suolo e la desertificazione contribuiscono a farli divampare.

Caldo anomalo che non manca neanche in Puglia, dove non solo l’ultima estate è stata una delle più calde, ma anche con l’arrivo dell’autunno le temperature non sembrano voler scendere, mettendo a rischio le colture. In questo caso, molta della responsabilità sembra sia attribuibile ai cambiamenti climatici, che hanno causato una vera e propria tropicalizzazione del Salento con temperature medie che aumentano di anno in anno.

C’è poi la questione delle alluvioni, da quella che ha colpito l’Emilia-Romagna a quella che in questi giorni sta martoriando la Toscana. In entrambi i casi ancora non possediamo dati certi, ma secondo i primi studi sull’alluvione in Emilia-Romagna si sarebbe trattato di un evento eccezionale non direttamente riconducibile ai cambiamenti climatici, anche se è probabile che i danni da esso causati siano stati incrementati dal dissesto idrogeologico e dalla cementificazione.

Dunque, sarebbe sbagliato bollare ogni calamità naturale come conseguenza dei cambiamenti climatici, ma è pur vero che questi ultimi hanno influenzato gli eventi meteo estremi verificatisi negli ultimi anni. Come ci ha ricordato anche papa Francesco nell’esortazione apostolica “Laudate Deum”, non stiamo ancora facendo abbastanza nella lotta alla crisi climatica ed è necessario abbandonare le politiche del profitto adottate finora dalle grandi potenze economiche per pensare invece a preservare il benessere delle future generazioni.

 

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