Prima della finale erano il modello da seguire, per la grande solidarietà dimostrata, sensibilità del gruppo verso il movimento Black lives matter, sempre inginocchiati, avevano fatto brillare l'Inghilterra non solo in campo ma anche fuori. La nazionale inglese nel 2020 era diventata testimonial dell’abbattimento delle differenze sociali.

L'Italia invece, guardata con diffidenza, per la non presa di posizione sull’inginocchiarsi o sulla scelta di farlo in solidarietà con gli avversari, ma le immagini che hanno fatto il giro del mondo hanno raccontato un'altra storia.

Subito dopo l'ultimo rigore, parato da Donnarumma che ci ha consegnato la coppa di Euro 2020, gli inglesi togliendosi la medaglia si sono attirati i giudizi di tanti tifosi, e non solo inglesi.

Togliersela è un vecchio brutto vizio del pallone.  Chiaramente il secondo posto non piace a nessuno, ma bisogna rispettare chi ha vinto. Gli insulti razzisti ai giocatori di colore della nazionale sono stati una vergogna, come l'inno di Mameli fischiato a Wembley, e gli insulti dei calciatori subito dopo la premiazione sono delle macchie che tutta l'Europa ha notato. Eppure, insegniamo ai nostri ragazzi che lo sport non è solo disciplina, allenamento e competizione, è prima di tutto solidarietà, onestà e rispetto per gli alti valori che permettono alle persone di riscattarsi.

Abbiamo bisogno di buoni esempi, come quello della solidarietà sportiva ai mondiali di atletica nella gara dei 5mila, in cui l'atleta della Guinea Bissau portò al traguardo quello di Aruba. Gli ultimi 250 metri li hanno fatti abbracciati, da una parte un atleta disidratato e grato, e dall’altra il vincitore, anche in umanità. Abbiamo sperimentato con questi europei, una fraternità e una socialità più autentica di cui avevamo bisogno nel post pandemia, ma da vincitori o da sconfitti, non bisogna mai dimenticare il rispetto universale e la reciprocità egualitaria.

Lo sport dunque deve darne testimonianza, incoraggiando sviluppando e diffondendo le buone pratiche di rispetto verso tutti anche degli avversari. Soprattutto degli avversari.