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Un pezzo di storia italiana a Londra chiuderà per sempre. Prima il Covid, poi la brevità, la concorrenza di Amazon, e così, l’Italian Bookshop di Londra, la più nota libreria italiana all’estero, ha chiuso definitivamente i battenti lunedì scorso.

 

 

 

La libreria italiana di Londra si trovava al 123 Gloucester Road, ed era diventato una meta di culto per i lettori italiani in Inghilterra. Era un rifugio per tanti giovani italiani espatriati, i cosiddetti “cervelli in fuga”, che tra quei libri scritti nella loro lingua ritrovavano calore e un senso di appartenenza.

Non solo libri, ma anche chiacchiere, incontri, workshop, la libreria italiana a Londra era diventata il centro di innumerevoli iniziative culturali.

Dopo la Brexit gli italiani in Inghilterra sono divenuti sempre meno e la lingua italiana è stata praticamente rimossa dai programmi scolastici che non ne promuovono più l’insegnamento.

Tra libri elettronici, acquisti su internet e supermercati, le alternative alla libreria sono molte. Ma non è uguale. La chiusura di una libreria non è mai buon segno! È chiudersi al sapere, alla crescita, personale e di una comunità, una privazione.

Certifica un cambiamento sociale, culturale e politico che non possiamo più fare a meno di vedere.

 

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