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Uno studio Rai, illustrato in questi giorni, illustra come si sta evolvendo l’ascolto, tra vecchi e nuovi media.

 

 

La Radiofonia, secondo lo studio, deve necessariamente abbracciare il mondo digitale con le sue logiche, i suoi linguaggi, le sue possibilità su cui l’intero sistema sta investendo, DAB+, streaming, podcast. È questa l’indicazione che emerge dallo studio, contenuto nel volume “Ecosistema Audio-Suono”, coordinato dall’Ufficio Studi Rai, e presentato a Bari nell’ambito del Prix Italia. La fonte sonora più ascoltata quotidianamente con oltre il 50% del tempo di ascolto quotidiano, è in assoluto la radio; anche se i nuovi formati hanno influenzato il dispositivo usato per ascoltarli: lo smartphone si posiziona come lo strumento più usato in Italia per ascoltare i podcast (79%), seguito dal computer (43%) e dai tablet (26%). In termini di consumo, anche per gli audiolibri lo smartphone si conferma il preferito per l’ascolto (81%) seguito da tablet e pc (53%). In Italia, inoltre, i dati distribuiti dall’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano parlano di una distribuzione pari a 16,7 milioni di automobili connesse, corrispondenti al 40% dell’intero parco auto circolante. Lo studio rileva che la Radio lineare tradizionale in FM rappresenta oggi una parte importante di questo mondo, ma senza averne più il dominio assoluto. La sfida è dunque non abbandonare gli anziani coloro che sono legati alla tradizionale radio, per guadagnare giovani ascoltatori. Molto importanti i canali tematici, “figli” di quelli trasmessi tradizionalmente in FM. L'importante è valutare bene i contenuti, la qualità, strizzando l'occhio alla tecnologia.

 

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