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La scelta del percorso sinodale sta coinvolgendo ulteriormente l’associazionismo cattolico. Come è emerso pure la settimana scorsa con la grande sintonia, evidenziata dalle riflessioni del Papa e dell’Azione cattolica.

 

 

 

Francesco ha espresso, innanzi tutto, con grande ardore la gratitudine della Chiesa per la «presenza fedele, generosa e responsabile» dell’associazione, alla quale ha poi chiesto di «vivere la corresponsabilità laicale… da donare alla Chiesa italiana, anche per sostenerla nel cammino sinodale che l’attende».

Un’esplicita proposta accolta con convinta adesione dal Consiglio nazionale dell’Azione cattolica, in occasione dell’udienza del 30 aprile scorso.

Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’associazione, infatti, ha dichiarato con grande spirito di comunione l’impegno di «tentare, insieme, di leggere in profondità il tempo che stiamo vivendo, per trovare dentro di esso i sentieri da percorrere verso la realizzazione di un’autentica conversione missionaria».

Nel segno della corresponsabilità che impegna ogni battezzato laico ad annunciare il Vangelo nel proprio ambiente e nella società.

Con mansioni proprie nei diversi ambiti familiari, lavorativi, sociali e parrocchiali e senza subentrare in modo errato in compiti e responsabilità propri degli ecclesiastici: per «partecipare alla costruzione di una società più giusta, più solidale, più umana», con gli specifici carismi laicali, suscitati dallo Spirito.

Compiendo, così, un cammino sinodale, caratterizzato dalla scelta di essere «fermento di dialogo nella società».

E, nello spirito dei «santi della porta accanto», cooperando quotidianamente alla realizzazione della salvezza, operata da Cristo con l’annuncio del Vangelo agli ultimi e all’intera società.

 

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