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L’altra sera si è svolto, presso l'hotel Garden Inn di Lecce, organizzato da Alleanza cattolica Puglia, un incontro per approfondire temi legati all'identità dell'Unione Europea.

Presentati da Vincenzo Pitotti, responsabile regionale dell'associazione promotrice e moderati dal giornalista Roberto Cavallo, della medesima associazione, sono intervenuti Eugenio Capozzi, ordinario di Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere dell'università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa e Marco Invernizzi, reggente nazionale di Alleanza Cattolica.

L'asse portante del Convegno ha riguardato il vivace dibattito esistente tra chi sostiene un'Europa tecnocratica, governata dai poteri forti e caratterizzata da un ampio deficit democratico e chi promuove e difende un'Europa dei popoli, attenta alle sue radici identitarie, giudaico-cristiane, tesa a difendere la dignità della persona umana, dal concepimento alla morte naturale, e, conseguentemente, una società a misura d'uomo, più vicina ed attenta ai bisogni reali dei suoi cittadini.

Capozzi ha precisato la natura esatta del lemma sovranismo, che "oggi sembra un insulto tipo fascista". Ricordando il prof. Rebecchi, ha proposto una distinzione tra "sovranismo forte/debole". Ha precisato che occorre un "sovranismo debole" la cui cifra interpretativa è, che "i governanti rispondano ai governati, riequilibrando i poteri fra Stati menbri e UE, oggi fortemente sbilanciati a favore di quest'ultima".

 

Marco Invernizzi ha ricordato il magistero di San Giovanni Paolo II sull'Europa, sottolineandone i due punti principali, cioè, che "per essere veramente se stessa, l'Europa deve tornare a respirare con entrambi i suoi polmoni, quello occidentale e quello orientale e deve sconfiggere il suo problema più grosso, che ne mina alla base la stabilità: la dittatura del relativismo".

Invernizzi ha sottolineato inoltre la ricetta, valida ancora oggi, proposta all'epoca da quel santo pontefice : "la Nuova Evangelizzazione dei paesi un tempo cristiani, il cui perno è l'evangelizzazione della cultura, ove per cultura si intende la capacità di incidere sulla vita quotidiana dei popoli, offrendo criteri che ne orientino la vita. Diversamente, avremo un'Europa centrata unicamente sul business, lontana mille miglia dai bisogni reali dei suoi cittadini." Ha ricordato che, in fondo, "era questa l'Europa "sognata" dai suoi padri fondatori, i cristiani  De Gasperi, Schuman e Adenauer, che avevano immaginato un'Europa fondata sui principi greco-romani e soprattutto giudaico-cristiani, attenta ai valori e non solamente ai bilanci".

 

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