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La Sfs, Scuola formazione studenti, è l'evento proposto dal Movimento Studenti di Azione Cattolica che quest'anno ha coinvolto 1800 ragazzi italiani frequentanti la scuola superiore di secondo grado, pronti ad affrontare temi importanti ed attuali come questione ambientale, sfida europea e dignità umana.

L'obiettivo era di approfondire il loro mondo partendo dalle domande dei ragazzi; non a caso, il titolo di questa Sfs era proprio "bella domanda".


Un gruppo di ventuno ragazzi, ha rappresentato la diocesi di Lecce, con ragazzi provenienti da "Vernole, Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Surbo, Lecce, Cellino San Marco, Squinzano e San Pietro in Lama".


Forti e determinati sono partiti alla volta di Montesilvano (Pe) per vivere la nuova avventura, pronti a dialogare con chi aveva idee differenti dalle nostre e a trovare attraverso i workshop dei punti d'incontro.

 
Sono stati divisi in gruppi per svolgere le diverse attività riguardanti vari aspetti di ogni tematica. Inoltre, hanno avuto la possibilità di ascoltare e dialogare con diverse personalità di rilievo della scena politica, scientifica, istituzionale, economica e della comunicazione.


Hanno incontrato ed interrogato Romano Prodi, ex presidente del consiglio e della commissione Europea; Roberto Battiston, scienziato, fisico delle particelle e fino a pochi mesi fa presidente dell'Asi (Agenzia spaziale italiana); Marie Terese Mukamitsindo, imprenditrice e fondatrice della cooperativa Karibu; mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei; Andrea Monda, direttore dello "Osservatore Romano"; Matteo Truffelli, docente e presidente nazionale di Ac; mons. Gualtiero Sigismondi, assistente generale di Ac, ed ancora Giampaolo Visitilli, Cinzia Caggiano, Giulia Toffanin e Blessing Okoedion.


L'Sfs è il giusto mix tra svago e formazione; l'ultima sera è stata animata da una festa, dove si è esibito il gruppo "Populalma" formato da giovani ragazzi del sud, residenti a Pisa.
Essi tramandano la musica della tradizione popolare,rivisitandola e creando così sfumature vivaci. Tutti hanno iniziato a ballare, esibendo orgogliosi la nostra amata danza popolare salentina: la pizzica. Anche gli altri gruppi hanno partecipato con i loro balli folkloristici.
Terminata questa esperienza, i ragazzi leccesi sono tornati un po' malinconici. Essa ha, sia arricchito il bagaglio culturale dei partecipanti, sia migliorato lo stile nell'incontro con il prossimo.

                                                           
Tutto quello che hanno vissuto in questi giorni, sarà seme buono per tutte le realtà parrocchiali e scolastiche della diocesi di Lecce e con l'aiuto dello Spirito Santo porterà tanto frutto.


* ha collaborato Febbraro Elisabetta

 

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