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Ora c’è anche l’invito dell’arcivescovo Michele Seccia ad aderire alla campagna “Un cuore che batte” promossa da 15 associazioni (per legge non possono essere di più) affiancate da altre 25 associazioni tutte presenti sul nostro territorio nazionale.

 

 

Un massiccio e coeso gruppo, mosso dalla comune volontà di proteggere e sostenere la Vita, e tutelare la dignità della persona umana. Purtroppo, i media non danno a tutto ciò la benché minima risonanza, perciò occorre sostenerlo, incoraggiarlo, promuoverlo anche in ambienti laici o atei, considerando che la salvaguardia e la tutela della vita e della dignità umana, rappresentano un bene comunee non invece una “bandiera” divisiva che soggiace a ideologie politiche o antropologiche.

In tutti i comuni d’Italia è possibile firmare entro il prossimo 7 novembre. L’obiettivo è raggiungere 50 mila firme.

Ma di cosa si tratta? Il 16 maggio 2023 è stata depositata alla Corte Suprema di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare che introduce nell’art.14 della legge 194 del 22 maggio 1978 il comma 1-bis: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».

Questa introduzione, imponendo al medico abortista di far vedere alla donna il reale stato di crescita del nascituro e di farle ascoltare il battito cardiaco del figlio, intende dare piena applicazione alla legge sul consenso informato.

Il medico è tenuto dal punto di vista giuridico, oltre che da quello deontologico, a ridurre al minimo l’eventualità che la donna sviluppi un successivo senso di colpa; questo, infatti, potrebbe compromettere il benessere della sua vita futura, arrivando addirittura a danneggiare lo stato di salute psico-fisico, cosa che accade in moltissimi casi. Il nuovo obbligo introdotto perciò, se non ottemperato, renderà il medico responsabile nei termini previsti dalla legge sul mancato o incompleto consenso informato.

Una proposta di legge, dunque, decisiva, mossa a la tutela non soltanto del nascituro ma anche della mamma, affinché non incorra in dolorosi ripensamenti. Una proposta di legge che non può lasciare indifferenti e dovrebbe trovare il favore di chiunque sostiene di aver a cuore le donne, i bambini e la vita.

Ciò detto, è indispensabile mettere in evidenza, nel caso ce ne fosse bisogno, che la vita inizia dal concepimento (dalla fecondazione) e perciò, quando si sopprime un essere umano allo stadio embrionale o fetale, si elimina un essere umano in formazione, con caratteristiche assolutamente proprie, uniche e distintive.                      Lo dimostrano le tappe più significative della “crescita” anatomo–funzionale del concepito, nella fase embrionale e fetale:

4ª settimana: si distinguono il capo e gli occhi.

5ª settimana: misura circa 1 cm e può essere visto con un'ecografia. Nel suo corpo si è formato un cuore che ha cominciato a battere e a far circolare il sangue.

6ª settimana: misura 2 cm, si distinguono gli arti e l'apparato genitale maschile, compaiono le impronte digitali.

12ª settimana: l'organogenesi è completata, misura 12 cm, segue il ritmo circadiano sonno-veglia della mamma, percepisce i suoni, si gira, scalcia e sente dolore.

Con un'ecografia il battito cardiaco embrionale è documentabile già alla 5ª settimana. A motivo di ciò, è obbligo giuridico e deontologico, da parte del medico, fornire alla donna un valido consenso informato che comprenda, oltre alle informazioni sulle procedure abortive e alle relative conseguenze, anche la visione e l'ascolto del battito cardiaco del bambino che porta in grembo.

È un fatto dimostrato che, dove è stata adottata questa pratica (in Ungheria e in alcuni Stati americani) il numero di aborti è crollato drasticamente.

Sarà possibile firmare in ogni comune fino al 7 novembre. Nel comune di Lecce è possibile firmare presso l’ufficio elettorale in Viale Aldo Moro, 34 dal lunedì al venerdì dalle 8,15 alle 12 (il martedì anche dalle 15,15 alle 16,15). CLICCA QUI

 

 

 

 

 

 

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