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Si sono aperti nel pomeriggio di ieri nell’ex refettorio dell’antico seminario di Lecce, i lavori della presidenza nazionale del Centro Sportivo Italiano.

 

 

 

“Benvenuti qui a Lecce - ha detto in apertura l’arcivescovo Michele Seccia rivolgendosi al presidente Vittorio Bosio e porgendo il suo saluto a tutti i membri della presidenza - e grazie per averci onorato della vostra scelta di celebrare eccezionalmente in questa città bellissima la riunione della Presidenza Nazionale del Centro Sportivo Italiano”.

“È per noi motivo d’orgoglio – ha proseguito Seccia - la vostra presenza non solo perché l’attuale vicepresidente nazionale, qui presente, è un laico impegnato della nostra diocesi, il caro Marco Calogiuri ma, soprattutto, perché la sua elezione al Nazionale è il naturale frutto di un lavoro certosino e costante che ha prodotto numeri lusinghieri in provincia di Lecce - in larga parte territorio che appartiene alla nostra metropolia -”. Eccoli i risultati: 153 società affiliate e 8000 tesserati. Sono solo alcuni dei numeri del Centro Sportivo leccese a conclusione della stagione 2022/2023”.

“Per fermarci solo alla nostra diocesi - ha sottolineato l’arcivescovo -, attualmente il Csi è presente in oltre 30 parrocchie e oratori dell’arcidiocesi, animando e promuovendo percorsi sportivi e formativi a sostegno dell’azione pastorale delle comunità”.

“Grazie davvero - ha concluso - per tutto ciò che fate per sostenere le famiglie nel delicato compito dell’educazione: lo sport è un efficace strumento non solo per togliere i ragazzi dalla strada e dalla schiavitù dei social e dei giochi di ruolo ma, soprattutto, un’esperienza di relazione sana e costruttiva di benessere. Gli oratori non passeranno mai di moda finché ci saranno preti che come il caro don Salvatore Scardino - che ringrazio di vero cuore per essere accanto al Csi di Lecce come figura di riferimento per la parte religiosa -. Preti, cioè, che intuiscano che non solo il futuro della società ma anche quello della Chiesa non appartiene più a noi adulti ma è tutto da costruire: potremo ancora essere bravi maestri - se ne saremo capaci - ma saranno i nostri ragazzi a determinare il domani che ci attende”.

 

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