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E sul Dpcm emanato ieri sera dal Governo si è espresso stamani a più riprese anche l’arcivescovo metropolita di Lecce, Michele Seccia, ospite in diretta Telenorba e in collegamento Skype con Telerama (CLICCA QUI).

 

 

Il presule leccese, avendo appreso, seppur con rammarico, le disposizioni governative sottolinea come è importante prendere in considerazione la libertà di culto che ogni credente è chiamato ad esercitare.

La partecipazione all'eucaristia rientra nei bisogni primari e vitali di un credente che fa di essa il fulcro del suo agire.

Nasce da qui il dispiacere di non poter celebrare i divini misteri seppur con una esigua presenza del popolo che, financo scaglionata e vigilata, non rappresenterebbe motivo di intoppo alla osservanza delle regole.

È pensiero di Seccia che ogni principio debba essere incarnato nella realtà chiamata ad accoglierlo e deve essere sempre animato dal buon senso.

In questa linea, il pastore aveva in precedenza chiesto che pur fatte salve le regole in vigore, le chiese parrocchiali potessero restare aperte per la preghiera personale, costituendo ciò un segno di speranza per ogni fedele privato del bene sommo dell'eucaristia.

Non di meno, l'arcivescovo ha esortato tutti i sacerdoti e i loro collaboratori ad essere vigilanti per ciò che concerne i principi che i fedeli sono tenuti ad osservare, non mancando di essere misericordiosi e caritatevoli.

Con la stessa carità, mons Seccia, unitamente ai suoi confratelli nell’episcopato italiano, auspica una innovata intesa tra la Cei e Governo al fine di salvaguardare un diritto fondamentale della vita dei cittadini cattolici.

 

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