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Tre tematiche e tre relatori per consegnare la Lettera pastorale “Ascolta Popolo mio” alla Chiesa di Lecce. Così l’arcivescovo di Lecce martedì prossimo, 26 febbraio, affiderà alla lettura, alla riflessione e alla preghiera la ricca lettera pastorale durante l’assemblea diocesana convocata per le 17 presso l’aula magna “Codacci-Pisanelli” dell’Università del Salento.

Tre momenti guidati: su “La Parola da ascoltare” (don Gianni Caliandro, rettore del seminario regionale di Molfetta), “La Chiesa che si ascolta” (mons. Piero De Santis, direttore dell’Istituto pastorale pugliese) e “Una terra da ascoltare” (dott. Serena Quarta, sociologa). A questo momento plenario seguiranno le assemblee vicariali il prossimo 12 marzo per concludere con l’assemblea plenaria, per mettere insieme le idee e le proposte e ripartire, esattamente tra un mese, il 26 marzo. Stessa ora, stesso luogo.

L’arte dell’ascolto è essenziale per generare un mutamento profondo nella vita della comunità cristiana. Ed ecco, allora, che l’arcivescovo mons. Michele Seccia asserisce con determinazione nella Lettera pastorale: “Ho pensato di indire per la nostra Chiesa di Lecce un anno per l’ascolto!” (n. 47). Una scelta necessaria che aiuta un percorso comunitario che favorisca il discernimento della fede, la speranza, la comunione e la ricerca della verità seguendo la via dell’umiltà.

Data la forte secolarizzazione, c’è poi bisogno di un rinnovato annuncio, per cui il presule ripresenta la teologia dell’Incarnazione, con “il meraviglioso scambio tra l’umano e il divino” e sottolinea che la parola s’incarna dentro di noi “ogni volta che l’ascoltiamo e l’accogliamo nella vita”.

Siamo inviati, così, a realizzare annuncio e testimonianza con un cammino incentrato sull’ascolto, perché altrimenti “non c’è comunione e la preghiera è svuotata del suo intrinseco significato” e poiché. “è giusto annunciare parlando, ma lo è ancor di più annunciare ascoltando”.

Proprio in un momento in cui molti ritengono di dover proferire tante parole considerandole assolutamente preziose e importanti: forse per affermare il proprio ego straripante con gli attuali e potenti strumenti di comunicazione…

La Lettera Pastorale costituisce, inoltre, un’articolata e dettagliata traccia di un percorso innanzi tutto spirituale e poi programmatico, per cui la comunità cristiana è chiamata a mettersi in stato di docile incontro con Cristo e quindi di profondo rinnovamento mediante un’apertura al Vangelo sempre più profonda, con la conseguente conversione che indirizza le scelte pastorali: “L’ascolto trasforma il cuore di coloro che lo vivono, soprattutto quando lo si pone in un atteggiamento interiore di sintonia e di docilità allo Spirito” (n. 46).

Nella seconda parte del documento, la proposta di mons. Seccia diventa concreta, prospettando documentazione, riflessione, verifica e progettazione, adatte a coinvolgere le diverse componenti della Chiesa e proiettando singoli, gruppi e comunità verso una conversione missionaria che realizzi un’autentica svolta pastorale, alla quale offrirà un importante apporto l’annunciata visita del Pastore in tutte le comunità parrocchiali e realtà locali.

Inizia una sfida. Che deve essere la risultante che mira a incarnare la Scrittura nella vita con l’incontro con l’Assoluto e il quotidiano impegno della testimonianza, autentica e feconda.    

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