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L'invidia,che brutta bestia! A Lecce gli anziani dicevano: "Se l'invidia era rugna tutti ne scianu chini".

 

 

“Li ho uccisi perché erano troppo felici per questo mi è montata la rabbia”. Questo è ciò che ha confessato il giovane assassino dei due fidanzati di Lecce.
È impossibile controllare una persona infelice! Gli psicologi sono unanimi nel dire, che l'invidia è il sentimento dominante nella maggior parte delle persone, la postura emotiva più comune. L'invidia è lo stato d'animo che orienta le decisioni quotidiane di miliardi di individui, condizionandole.
Una ricerca dell'università di Madrid pubblicata sulla autorevolissima rivista scientifica "Science advances", ci dice che è insita nell'uomo una continua tendenza al confronto; il bisogno di misurare i propri risultati con quelli ottenuti dagli altri, a prescindere da ciò che gli riesce affettivamente a realizzare ,prendendo gli altri come metro di misura.
L'invidioso non attribuisce valore al raggiungimento di un obiettivo, ma si preoccupa solo di risultare in linea con chi ha accanto.  L'invidioso vive la sua vita in una continua e snervante tensione con l'altro.
La teologia cristiana ci insegna che l'invidia è un vizio capitale. Tra le tendenze più nefaste di  infelicità  nel cuore umano, è quella propensione a provare tristezza di fronte al bene altrui come se fosse il proprio male. Da Caino e Abele fino ad arrivare a Lecce ai due fidanzati uccisi.
La gelosia, l'invidia, crescono come cattiva erba. Tutto quello che sembra fare ombra, fa male. Non è in pace, è un cuore tormentato, è un cuore brutto!
La Sacra Scrittura ci dice:" per l'invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo". Il cuore dell' invidioso è un cuore sofferente che desidera la morte degli altri.
L'invidia appartiene ai mediocri, agli inutili, ai falliti, a coloro che hanno bisogno di sminuire la vita degli altri per sentirsi appagati. Paradossalmente non si prova per i grandi della Terra, o per le persone irraggiungibili, ma insorge per quelli che sono accanto a noi, e spesso più vicini.
Più il confronto è bruciante, astratto, sproporzionato più la persona invidiosa desidera ferire, sminuire, denigrare e addirittura arrivare a fare del male alla persona invidiata, fino ad arrivare a provare piacere dinanzi alla disgrazie altrui.
È una strada senza ritorno. Solo chiedendo aiuto e ammettendo le proprie insicurezze, focalizzando le emozioni si potrà evitare che queste prevalgano, perché nel mondo c'è sufficiente spazio per la felicità di tutti.

 

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