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L’inizio dell’Anno liturgico in molte diocesi italiane coincide con l’utilizzo della nuova edizione del Messale con tutte le sue novità per favorire una maggiore, piena, consapevole e fruttuosa partecipazione dei fedeli al Mistero celebrato.

 

 

 

Se la solennità della Pasqua annuale è preceduta da un tempo di preparazione, che è la Quaresima, per il Natale tale periodo si chiama Avvento, dal latino “adventus”, termine che potremmo tradurre nella lingua italiana con “arrivo” o “venuta”.

Esso comincia con i Primi Vespri della prima domenica di Avvento e termina prima della celebrazione dei Primi Vespri del Natale.

Già a partire dal IV secolo, in Gallia e in Spagna si trova un periodo di preparazione al Natale, ma, a partire dal VI secolo a Roma, questo tempo ha una durata di sei settimane, come è ancora oggi per il rito ambrosiano (rito usato nella Chiesa di Milano).

A Roma, con San Gregorio Magno, le settimane dell’Avvento da sei passano a quattro; a lui dobbiamo anche una rilettura del fondamento teologico di  questo tempo liturgico, ripresa anche dal Messale Romano nelle norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario: “il tempo di avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si commemora la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini e contemporaneamente è il Tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo Spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi”. (n. 39, LVIII).

L’itinerario spirituale di questo tempo liturgico, è illuminato dal contenuto delle letture, soprattutto dalla pagina evangelica che focalizza per ogni domenica un tema specifico: la vigilanza nell’attesa del Cristo (prima domenica); la conversione (seconda domenica); la testimonianza data al Cristo da Giovanni Battista (terza domenica); l’annuncio della nascita di Gesù (quarta domenica). 

Premesso che tutta la vita del cristiano è un cammino verso la conversione, il carattere proprio dell’Avvento più che penitenziale e di conversione, tipico del tempo quaresimale, può essere definito un tempo di attesa gioiosa e di giubilo, come proposto dall’antifona alla comunione della II Domenica di Avvento: “Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura, osserva la gioia che ti viene da Dio”.

                                                                                                                                                                                                        *direttore Ufficio liturgico diocesano

 

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