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L’ordinazione sacerdotale per la vita di un presbitero è una tappa fondamentale, è il punto di arrivo di un lungo cammino di formazione e di preparazione in seminario, ma diventa anche un punto di partenza; un vero e proprio spartiacque che, in un modo o nell’altro, cambia la vita.

 


 

Oggi, intraprendere la vita sacerdotale, seppur difficile, diventa una scelta controcorrente perché in una società completamente incentrata sull’io, sulla realizzazione individuale e, molto spesso, pronta a calpestare gli altri per emergere, una persona che sceglie di donare la propria vita al Signore mettendola al servizio del prossimo o è un folle o è un innamorato, che il più delle volte sono sinonimi.

Scegliere il sacerdozio vuol dire essere a disposizione dei fratelli per il bene della Chiesa ma, allo stesso tempo, prendersi cura di sé stessi perché “se non si ha cura di sé non si può avere cura degli altri”.

Pertanto, chapeau a don Gianmarco, per questa coraggiosa scelta che, anche se oggi risulta un po’ anacronistica, è sempre una scelta da innamorati.

Parlando per esperienza personale e pastorale, nei tanti impegni che una comunità, come quella di Trepuzzi richiede, don Gianmarco, in quest’anno di diaconato, è stato molto importante: sono stati infatti dei mesi ricchi di “avventure”. Tra le tante attività, arricchente non è stato solo l’aiuto pratico, che è comunque stato considerevole, ma la possibilità di confrontarsi quotidianamente in prima persona con qualcuno dello stesso presbiterio, condividendo prospettive nuove e differenti ma con lo sguardo verso lo stesso orizzonte.

Don Gianmarco ha la capacità di essere sempre solare, raggiante in diversi aspetti e con il suo temperamento allegro e leggero riesce ad esprimere al meglio la freschezza del suo cammino vocazionale ma anche ad accordare la propria opinione a quella degli altri e a prendere decisioni insieme per il bene di tutta la comunità.

È un giovane brillante, con un carattere aperto: riesce a stare benissimo con la gente di tutte l’età, dai bambini agli anziani, riesce a far sentire accolti, apprezzati e persino coccolati ma allo stesso tempo è schietto, sincero e diretto nelle idee senza facciate e sottoboschi nascosti. Queste sue caratteristiche sono alla base della vita di un presbitero perché un sacerdote deve saper stare con la gente sempre e comunque. Un sacerdote che non “è comunità” non esprime realmente la propria vocazione, perché un prete, con tutte le sue fragilità e con tutti i suoi limiti, deve avere sempre capacità di relazione a 360° con tutti “con i cattivi e con i buoni, con i vicini come con coloro che si affacciano anche solo per curiosità”. E don Gianmarco ha manifestato in questi mesi la sua bellissima capacità di star bene e far star bene tutti con il sorriso che lo ha sempre contraddistinto. Sono certo che sarà un buon sacerdote se manterrà questa vivacità, questa capacità di accogliere e far sentire le persone parte integrante di un’unica famiglia che è appunto la Chiesa.

Il mio augurio per don Gianmarco è di mantenere questa freschezza, il sorriso, e la sua voglia di stare tra la gente. Possedendo già questo prezioso bagaglio di partenza, gli auguro che non si lasci scalfire dalle future possibili ed imprevedibili difficoltà che incontrerà sul suo percorso ma di affidarsi sempre più a Colui che ha scelto, che è il Signore nostro Gesù Cristo, per avere la forza di andare sempre avanti. Non sarà mai solo, perché Maria, segno di sicura speranza per ogni uomo ma soprattutto per coloro che scelgono la consacrazione totale a Dio, non abbandona mai i suoi figli.

 

GLI APPUNTAMENTI

Stasera 5 aprile alle 18 nella matrice di Cavallino una veglia di preghiera in preparazione all’ordinazione.

Poi l’ordinazione l’8 aprile sempre a Cavallino alle 18.

Don Gianmarco presiederà la sua prima solenne Eucaristia a Cavallino, sabato 13 aprile alle 19. A Trepuzzi, domenica 14 aprile alle 10,30.

*parroco di Maria SS.ma Assunta in Trepuzzi

 

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