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«Devo chiedere a don Tonino di aiutarmi, ci deve aiutare a non arrenderci di fronte alla guerra» … esplicitando questo pensiero il card. Matteo Zuppi ha esordito in una chiesa di Sant’Irene gremita in ogni ordine di posto nel primo appuntamento leccese del presidente della Cei e trasmesso in diretta da Portalecce (GUARDA) .

 

 

Dopo il saluto di mons. Michele Seccia, che ha ricordato come don Tonino Bello abbia «lasciato tracce profonde della sua fede, della sua intelligenza, della sua umanità in ogni luogo nel quale ha trascorso la sua vita», tra cui ovviamente la sua terra natìa, un breve intervento del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli.

Il moderatore degli interventi Giancarlo Piccinni, presidente della «Fondazione don Tonino Bello», ha poi porto la parola al presidente dei vescovi italiani pronto a parlare, con grande passione, alla comunità leccese. Il cardinale ha sottolineato l’impegno di don Tonino per la pace ricordando che «se non c’è il Signore e se non ci facciamo aiutare dai testimoni che hanno fatto la pace, veniamo presi dall’accademia». Ha riflettuto, inoltre, sull’inquietudine che non lascia pace e sicurezza, individuando in Tonino Bello, l’immagine del «vero uomo realista», che «sapeva perdere il sonno, pur di non stare in una bolla di sapone», certo che la pace non coincide con il «nostro benessere».

Citando don Tonino ha poi sottolineato: «la pace non viene quando uno si prende solo il suo pane e va a mangiarselo per conto suo, la pace è qualcosa di più: è convivialità, mangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi, mettersi a tavola tra persone diverse. L’altro è sempre un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare. È la pace della convivialità».

Spronata dalle parole del card. Zuppi, sollecitata dalla testimonianza di don Tonino, la Chiesa di Lecce può guardare avanti, con una strada tracciata e definita, carica di speranza, certa dell’aiuto di testimoni, come don Tonino, a cui chiedere con forza: «aiutaci perché possiamo fare tutto il possibile per vivere in pace».

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli.

 

 

 

 

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