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“Dio affida l’essere umano alla donna” (Mulieris Dignitatem, 30), è affermazione biologicamente indubbia. Solo a lei, infatti, Dio ha affidato il compito di generare l’essere umano che popola la terra. È urgente, allora, ripartire da questo evidente dato della realtà, considerando che lo specifico della donna non si risolve nell’atto generativo materiale, ma si sviluppa naturalmente in quello spirituale di tutela del figlio e della famiglia. Mettendo in campo la forza morale e spirituale a lei congeniale, la donna è autrice insostituibile della costruzione umanitaria della società.

Non si tratta di una nostalgia romantica dell’‘eterno femminino’, ma di scoprire nella profondità dell’anima l’autentica identità personale.

Attualmente la secolarizzazione impone i suoi modelli economici e funzionali nella sua capacità attrattiva nei confronti del femminile. Si vuole creare una nuova realtà, nella quale non c’è più rispetto per la natura, ma per la dittatura di una cultura, costruita a tavolino, da esperti del settore (Cfr. Benedetto XVI, Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi, Ed. Vaticana 2010). La mentalità dell’efficienza, dell’autonomia organizzativa, della gestione del potere, modello ambìto dalla donna contemporanea, è proprio uno dei mali che si è cercato e si cerca di combattere e di ridimensionare, per entrambi i sessi. Nell’ambito della Chiesa, poi, il ruolo femminile non diverge da quello nella società laica. La storia è disseminata di contributi forti e generosi da parte delle donne.
Inoltre nella crisi della famiglia, geneticamente e naturalmente legata alla donna, leggiamo la incertezza, la fragilità, le problematiche esistenziali sia a livello individuale che comunitario.

Il carattere naturale della famiglia ne fa il luogo privilegiato per l’apprendimento del vincolo universale di familiarità fra tutti gli esseri umani, e il ruolo insostituibile della donna nella famiglia si può recuperare solo con riferimento a valori più alti!

 

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