0
0
0
s2sdefault

Sabato 9 marzo alle 15.30 nella parrocchia “San Massimiliano Kolbe” di Lecce, il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò incontrerà giovani e famiglie della città.

Quella di mons. Staglianò, è l’immagine nuova di un vescovo che canta Mengoni e Noemi prendendo spunto dai testi di cantanti moderni per la sua predicazione. Questo suo modo rivoluzionario di attirare l’attenzione dei giovani ha fatto il giro del web e dei media tradizionali diventando presto un classico tormentone. La sua performance canora è pertanto divenuta una precisa cifra comunicativa che, pur non prescindendo dalla solida formazione teologica alla Gregoriana e in Germania, questi ha scelto per comunicare direttamente al cuore dei giovani, incastrati in una società liquida che li rende sempre più disincantati e distratti, soprattutto in materia di fede.

Don Tonino, come viene affettuosamente chiamato dai suoi fans, non nasconde la sua passione per la musica e per l’educazione dei ragazzi; la sua voglia di andare oltre l’ecclesiale per usare il linguaggio più universale, quello delle cosiddette canzonette che, a rileggerle bene, non sono poi da sottovalutare ma hanno testi che possono e sanno veicolare verità profonde che, talvolta, non si riesce più a trasmettere.

È quindi definito da tutti il “vescovo con la chitarra” o il “vescovo pop” per aver sperimentato questo tipo di pastorale che risulta più d’impatto per i giovani, ovvero, la cosiddetta “Pop Theology o Pop Christology”. Una “teologia popolare” che ripensa criticamente il “cattolicesimo convenzionale”, svecchiando la predicazione cristiana, affinché la fede non rischi di diventare solo una maschera religiosa senza riferimento alla divinità di Gesù e alla sua umanità.

Spesso, infatti, nelle sue catechesi, il vescovo di Noto, è solito intercalare versi tratti dalle hit del momento anzi interpretarle di persona, da vero cantante, con la chitarra in mano, convinto di questa nuova chiave d’accesso per evangelizzare i giovani.  Le sue canzoni, a suo dire, aiutano “a far riflettere sull’essenza della vita”. Mons. Staglianò ha altresì pubblicato dei libri a tema intitolati: “Pop-Theology per giovani. Autocritica del cattolicesimo convenzionale per un cristianesimo umano” e “Credo negli esseri umani. Cantando la buona novella pop”. In questi testi egli riflette sugli esseri umani straordinari, fantasiosi, creativi che nonostante siano molto avanti nel campo della tecnologia in quello dell’amore appaiono carenti, delusi e frustrati. E, nonostante, siano “fatti per amare”, come canta Nek, proprio in quello non riescono.

Il presule se ne chiede il perché trovando la risposta nel brano “Gesù” di Renato Zero: “Gesù non ti somigliamo più”. Quando l’umanità si allontana dall’umanità di Gesù, “la terra in ginocchio sta, soli più soli di sempre”. E, nelle attuali condizioni dell’umanità odierna, vessata dalla barbarie del terrorismo internazionale mascherato da religione fondamentalista, ritiene sia necessario presentare ai giovani “con intelligenza e umiltà” il modello umano di Gesù, ricco di amore e di pace, di tolleranza e di dedizione, di fiducia e di rilancio delle energie positive, belle e buone, di ogni essere umano.

Ed ora, mons. Staglianò, porterà la sua “carità intellettuale” anche a Lecce esortando: “Ragazzi, dovete andare fuori dalle chiese ed esplodere di gioia”. L’evento è in collaborazione con Portalecce e l’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali, diretto da don Antonio Murrone, parroco di “San Massimiliano Kolbe”. Sarà presente altresì l’arcivescovo Michele Seccia.

 

 

Forum Famiglie Puglia