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È un contratto di lavoro la più preziosa opera d’arte messa all’asta nel corso di “Dona l’Arte”, l'iniziativa benefica che si è tenuta quindici giorni fa presso la Fondazione Casa della Carità a Lecce.

Il ricavato dell’asta di solidarietà di opere d’arte contemporanea, organizzata dalla stessa Fondazione e dalla Cooperativa sociale Tau, con il sostegno e la collaborazione del giornalista, curatore e critico d’arte Lorenzo Madaro e della storica dell’arte Brizia Minerva, ha permesso infatti, oltre che l’acquisto di coperte, abiti, cibo, medicine e altri beni di prima necessità, anche la stipula di un contratto di lavoro per un quarantenne senzatetto, ospite della Casa della Carità.

La Fondazione è da sempre attiva nel sociale con azioni di contrasto della grave povertà urbana attraverso progetti di inclusione sociale e, da oltre un anno, grazie al contributo della Cooperativa TAU, anche dell’autonomia occupazionale degli indigenti italiani e stranieri.

“Dona l’Arte”, attraverso la vendita all’asta di 47 opere d’arte di artisti storicizzati, come De Candia, Leandro, Della Notte, ma anche di artisti contemporanei viventi, attestati o emergenti, tra cui Fernando De Filippi, Cosimo Damiano Tondo, Giuseppe Zilli, Antonio Massari, Pietro Guida e tanti altri, ha riscosso un grandissimo successo in termini di partecipazione e di ricavi.

Grande la soddisfazione di tutti, in primis dell’arcivescovo di Lecce Michele Seccia, che già nel corso dell’evento, aveva espresso la sua gratitudine nei confronti dei tanti operatori della Casa e dei tanti volontari che ogni giorno si spendono, con abnegazione e amore, in favore degli ultimi.

Tra loro, anche Alessandro Valenti, sceneggiatore, regista, scrittore, ma soprattutto uomo da sempre coinvolto in progetti di solidarietà e tra i fautori dell’iniziativa. Quella sera esordì affermando che una coperta vale più di un’opera d’arte.

“Siamo convinti - ribadisce oggi ai microfoni di Portalecce - che un’opera d’arte, anche la più importante, non vale quanto una coperta, o quanto un gesto d’affetto. Oggi siamo orgogliosi di comunicare che con i soldi raccolti durante l’asta siamo riusciti ad attivare un contratto di lavoro. È un piccolo grande gesto che si inserisce in quello che abbiamo definito il solco dell’amore, che stiamo portando avanti insieme alla Fondazione e alla Cooperativa Tau, ovvero un percorso di costruzione di comunità solidali”.

L’arte dunque come pratica sociale, e la cultura come strumento per avvicinare, sostenere, educare alla fratellanza, alla solidarietà, alla prossimità. “Per me - continua Valenti - la cultura è relazione, è quel rapporto che coinvolge le identità e avvicina gli esseri umani. Con la Fondazione e la Cooperativa vogliamo proprio fare nostra questa accezione di cultura, non limitandoci ad offrire solo assistenza, ma costruire un rapporto personale con chi è in difficoltà per riattivarlo a livello sociale. Cultura, dunque, come trasformazione del mondo in una prospettiva d’amore”.

 

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