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“Vorrei che ogni educatore… insegnasse l’arte della preghiera agli altri, alla luce della Parola, la quale è fonte della nostra speranza” (Michele Seccia, Chi spera in Dio non resta deluso. La forza della speranza, Lettera Pastorale, Collana Adiutor, Lecce Novembre 2020, 15).

 

 

 

Pregare è la grande provocazione del cristiano nel mondo contemporaneo. Oggi gli uomini sanno che la scienza e la tecnica non sono in grado di rispondere ai grandi interrogativi dell’esistenza. E quando l’uomo diventa adulto si scopre incapace di trovare un senso alle tante domande, per tendere alla felicità. In realtà si accorge che è mancato un Maestro di vita che lo abbia aiutato nel percorso spirituale, che lo abbia sensibilizzato nel coltivare l’aspetto più interiore e personale, attraverso la preghiera.

Se nessuno insegna all’altro a pregare, si corre il pericolo di ridurre l’orazione ad una semplice introspezione psicologica; ad un’analisi di sentimenti ed emozioni personali che si piegano su se stessi, senza entrare in un vero dialogo con l’anima e il cuore di ognuno.

Si possono individuare quattro momenti nella preghiera: 1) rivolgersi al Signore, “su impulso divino”; 2) l’ascolto del Signore che ci parla; 3) “la comunione d’amore che si realizza tra Dio e l’anima da Lui inabitata”; 4) la testimonianza nella vita, segno dell’efficacia della preghiera (Cfr. L.P., 15).

Pregare davvero coinvolge l’uomo intero, nell’anima, nello spirito, ma soprattutto nel cuore, in una relazione reale e personale con il Dio vivo e vero, in quanto la connotazione primaria della preghiera è nell’essere una ‘relazione’, relazione di incontro con Dio che parla all’uomo!

Attenzione a questa realtà! “La preghiera autentica non si ferma alla superficie” (L.P., 13); solo quando la persona, libera di accogliere, si rivolge a Dio, libero di rispondere, si fonda il dialogo tra due persone.

Pregare, cioè, è sempre rispondere a Dio che parla.

Si tratta dell’intelligenza, la quale comprende che il fondamentale presupposto di fede per praticare la preghiera è la Rivelazione: è la Parola di Dio che suscita in noi la capacità di rispondere! S. Basilio Magno dice stupendamente: “la voce dello Spirito diventa la voce propria di coloro che l’hanno ricevuto”. Questa è la preghiera!

Cosa fare, allora, per imparare a pregare? Prima di tutto aprirsi a questo evento cercando il tempo propizio. Ci sono momenti della giornata in cui rischiamo di farlo in modo meccanico; e allora anche i migliori propositi possono annullarsi. Si rende necessario, pertanto, pensare alla preghiera come momento privilegiato di incontro con Dio; Dio che apre il nostro cuore all’amore verso di Lui, verso noi stessi e verso l’altro. Quando si ama si trova il tempo per alimentare il rapporto con l’altro. E l’esercizio, la frequenza del rapporto aiutano a far crescere l’intimità in questa preziosa relazione.

 

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