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La pandemia e il lungo lockdown hanno trasformato le città-santuario in cattedrali nel deserto. Con lo stop ai pellegrinaggi e agli spostamenti, da oltre un anno le comunità che vivono di turismo religioso sono letteralmente vuote.

 

 

 

E oggi l’economia di questi paesi, più di altre, è ormai in ginocchio. Nelle scorse ore è entrata, quindi, nel vivo la protesta guidata dai sindaci di Loreto, Assisi e Cascia. Venerdì pomeriggio amministratori comunali e commercianti sono scesi in piazza per denunciare l’esiguità dei fondi stanziati col decreto Sostegni: la misura del governo varata nei giorni scorsi ha posto i luoghi di culto ai margini dei ristori dovuti al Covid19 cancellando il bonus specifico che era stato inserito nell’ultima legge di Bilancio.

La manifestazione, guidata dal comitato #noidimenticati, si è svolta in contemporanea nelle città-santuario con striscioni, slogan e cartelli. A Loreto il sit-in ha occupato il sagrato della Basilica, uno dei più importanti e visistati santuari mariani del mondo.

“Il Governo - ha lamentato il sindaco di Loreto, Moreno Pieroni, nel corso dell’iniziativa - ha messo a disposizione appena 10 milioni di euro per i ristori dedicati alle città-santuario: si tratta di risorse assolutamente insufficienti al cospetto della drammaticità della situazione che sta vivendo il sistema economico. Chiediamo almeno che questi fondi siano triplicati. Loreto registrava in media all’anno 1milione e 800mila presenza tra pellegrini e turisti. Da un anno siamo a zero”.

Intanto, la mobilitazione punta ad ampliare il suo raggio di azione abbracciando anche altre città che ospitano basiliche pontificie e luoghi di culto che sono meta di pellegrinaggi internazionali come Pompei, San Giovanni Rotondo e Padova.  

 

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