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Papa Francesco, argentino ma di origini italiane, è di lingua madre spagnola e parla assai bene l’italiano, come pochi. Lo dice la Treccani.

 

 

 

La Treccani definisce il linguaggio di Papa Francesco ricco di neologismi pienamente approvati.

“Non c'è dubbio che il linguaggio di Papa Francesco si caratterizzi per la sua profonda ‘dialogicità’ nei rapporti con gli altri”, premette l’autorevole Treccani, “interpellati con forme allocutive della lingua comune, pur essendo il suo parlato tecnicamente uno scambio unidirezionale, ovvero parlato con interlocutori presenti ma lontani ("bidirezionale a distanza"), rispetto a uno scambio bidirezionale, faccia a faccia, con turno di parola”.

Pertanto “la lingua di cui Papa Francesco si serve per realizzare tale finalità o locutoria non è peraltro, com'è noto, il suo nativo spagnolo sudamericano, ma la lingua italiana, nel solco della tradizione della Chiesa, lontana da ogni tentazione dell'uso dell'anglo-americano come lingua internazionale o veicolare”.

Quello che segue è un breve glossario a cura della stessa Treccani. Sono tutte espressioni usate da Papa Francesco.

Spuzzare

“Caso di prefissato intensivo s-puzzare 'puzzare': «la società corrotta spuzza» (discorso a Scampia, 21 marzo 2015) risalente al piemontese (dei nonni) spussè 'puzzare', indebitamente ‘normalizzato’ (o banalizzato) e depotenziato nel denominale puzzare in non pochi giornali cartacei e on line, e in telegiornali nazionali”.

Misericordiare

“Caso manifestatosi con il misericordiando quale resa del lat. miserando (intervista nel settembre 2013 di Antonio Spadaro s.i.) nel motto Miserando atque eligendo. Lo stesso Pontefice così commenta il proprio uso: ‘il gerundio latino miserando mi sembra intraducibile sia in italiano sia in spagnolo. A me piace tradurlo con un altro gerundio che non esiste: misericordiando’.

Nostalgiare

“Il denominale nostalgi-are (omelia del 3 dicembre 2014), ‘difenderci dalla nostalgia della schiavitù, difenderci dal 'nostalgiare' la schiavitù’,

Mafiarsi

“Il pronominale mafiar-si (stessa omelia): ‘quando una società ignora i poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a 'mafiarsi', quella società si impoverisce fino alla miseria»; in italiano c'è invece l'intransitivo denominale mafiare 'comportarsi da mafioso'”. Innovativa, creativa e adatta a esprimere idee originali: questa la parlata di Bergoglio secondo la massima autorità culturale italiana. La nostra lingua rinasce grazie a un tocco di spagnolo.

 

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