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Oggi Don Avagliano ha 69 anni. Sua moglie Flora è morta nel 2014 dopo 38 anni di matrimonio, da cui sono nati due figli, che hanno partecipato alla messa di ordinazione del padre celebrata dal vescovo della diocesi di Quilmes, mons. Carlos José Tissera.

 

 

 

Padre Luis ha raccontato ad Aciprensa che la sua messa di ordinazione è stata “una cerimonia profonda e commovente dall’inizio alla fine”, e anche un’esperienza “forte”. Hanno partecipato anche i due figli, che lo hanno sempre sostenuto: “Uno di loro mi ha tolto la stola diaconale e mi ha messo quella sacerdotale, e insieme mi hanno fatto indossare la casula”. Durante la messa mons. Tissera ha detto  “invochiamo in modo speciale San Giuseppe”, perché “come lui, avete sperimentato la bellezza dell’amore di coppia, l’esperienza del matrimonio, la gioia di essere padre; la responsabilità di formare una casa, di godere della gestazione e della nascita dei propri figli; la gioia incomparabile che, nei primi balbettii di un bambino, guardandoti negli occhi, ti dice la parola più bella: papà”.

“Come può San Giuseppe non essere presente anche nella tua vita sacerdotale, per continuare a vivere un’altra bella esperienza per un povero essere umano: che molte persone si rivolgono a te dicendo padre. Sì, per il popolo, per il nostro popolo credente, per loro, da oggi sarai Padre Luis”.

Sempre più numerosi i diaconi vedovi che scelgono di diventare sacerdoti. Maurizio Scala, per tutti «Momo», 66 anni, pensionato, vedovo, responsabile del servizio ai senza dimora della Comunità di Sant’Egidio a Genova, è un nonno, ma anche prete. In chiesa, il giorno dell’ordinazione erano presenti quattro generazioni: le due nipoti, la figlia Valeria (38 anni) e Sergio, il padre 92enne.

Il Codice di diritto canonico è chiaro: può diventare sacerdote chi è uomo, non è sposato ed è battezzati secondo le norme della Chiesa cattolica. Per questo motivo chi è vedovo può essere ordinato, a patto che i suoi figli non dipendano più da lui. Se un vedovo sente la vocazione al sacerdozio dovrà svolgere un intenso percorso, d’accordo con il vescovo del territorio in cui vive. Dovrà dimostrare, sempre ai sensi del Codice di diritto canonico, di avere una fede integra, di essere seriamente intenzionato a prendere i voti, di aver compiuto studi ecclesiastici, di godere di costumi irreprensibili, di essere in possesso di qualità fisiche e psichiche appropriate e “soprattutto di volersi e potersi donare a tempo pieno al servizio nei confronti di Dio e della Chiesa.

 

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