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L’Azione cattolica diocesana ha avviato la fase del rinnovo delle cariche elettive per il prossimo triennio.

 

 

 

Nell’ambito di questo itinerario le comunità parrocchiali di San Nicola e Mater Domini di Squinzano, con una scelta a dir poco coraggiosa, hanno proceduto all’elezione di un consiglio parrocchiale unitario, designando come presidente il giovane Marco Pezzuto.

La circostanza è propizia innanzitutto per rivolgere a Francesca Pastore e Anna Gloria Liaci, le due presidenti parrocchiali che lo hanno preceduto, il ringraziamento di tutti per il lavoro svolto nel quadriennio precedente, certamente difficile e complesso per tante ragioni e naturalmente, al nuovo presidente un affettuoso augurio di buon lavoro.

Ma nello stesso tempo offre l’opportunità, a partire dal contenuto di quel documento fondamentale che viene indicato come Lettera a Diogneto provvidenzialmente richiamata anche da don Gigi Manca nel suo ultimo libro “Il sapore della fede”, di riflettere sul fatto che se l’evangelizzazione deve sollecitare un’ormai improcrastinabile «conversione pastorale», analogamente deve spronare il laicato d’ispirazione cristiana alla ricerca di una società più equa, giusta, e fraterna.

A tutt’oggi, le parole proferite dal Concilio nel decreto Apostolicam Actuositatem  rimangono un faro che illumina il cammino e indica la direzione: «I laici devono assumere il rinnovamento dell’ordine temporale come compito proprio e in esso, guidati dalla luce del Vangelo e dal pensiero della Chiesa e mossi dalla carità cristiana, operare direttamente e in modo concreto; come cittadini devono cooperare con gli altri cittadini secondo la specifica competenza e sotto la propria responsabilità; dappertutto e in ogni cosa devono cercare la giustizia del regno di Dio».

Di recente il card. Matteo Zuppi intervenendo al raduno del gruppo "Immìschiati" ha ricordato che «I santi della porta accanto sono quelli che si immischiano, che mettono la loro passione, la loro intelligenza, i loro sforzi nella realtà in cui sono».

Ne consegue che insegnare e diffondere la dottrina sociale della Chiesa appartiene in modo essenziale al messaggio cristiano: non si tratta di un’azione marginale, che si aggiunge in seconda battuta, ma di un’azione che si situa al centro delle dinamiche in cui si estrinseca l’annuncio evangelico, costituendo un servizio alla Parola e all’uomo.

 

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