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È bello raccontare la vita di un ragazzo che ha deciso di servire la Chiesa e che sarà ordinato diacono il prossimo 7 settembre alle 19, nella cattedrale di Lecce dall’arcivescovo Michele Seccia.

 

 

 

Il giovane è Gianmarco Sperani, che dopo gli anni della sua fanciullezza vissuti pienamente in parrocchia, ha cominciato a muovere i primi passi intorno all'altare del Signore come ministrante. Ha maturato la sua esperienza parrocchiale non solo servendo all'altare della matrice di Cavallino ma anche frequentando i gruppi di Azione cattolica e del catechismo cercando di scoprire e di mettere al centro della sua vita Cristo.

Ha frequentato il periodo delle scuole medie a Cavallino e le superiori presso il liceo classico “Giovanni Paolo II” di Lecce. Durante il periodo adolescenziale Gianmarco ha vissuto il suo discernimento ed il suo approfondimento spirituale su quale fosse il futuro della sua vita. Una volta diplomato decide di iscriversi all'Istituto superiore di scienze religiose di Lecce conseguendo due lauree e maturando parallelamente, con l’aiuto di alcune figure molto importanti nella sua vita, che cosa veramente il Signore gli stesse chiedendo, fino ad arrivare a fare la scelta di entrare prima nel Propedeutico e poi nel Seminario regionale di Molfetta dove Gianmarco ha vissuto i suoi anni di discernimento, di formazione e di crescita umana, spirituale e culturale.

 La comunità di Cavallino è felice di vivere questo momento perché dona alla Chiesa un ragazzo che si è sempre messo in discussione, ma che ha sempre dimostrato il suo amore per Cristo.La Chiesa lo ha generato figlio di Dio, si è presa cura di lui e lo ha cresciuto: cominciando dalla sua famiglia, che gli ha trasmesso la fede, poi la comunità della parrocchia di Cavallino, le catechiste.  È nella Chiesa che si è manifestata la sua vocazione ed è per il suo amore materno che si è potuta sviluppare: per la cura del suo primo parroco, don Gino De Filippo e, poi, di don Gaetano Tornese che, oltretutto, lo ha accompagnato nel Seminario regionale di Molfetta, dei superiori e della comunità del seminario.

Ad oggi, la vocazione di Gianmarco appare in tutta la sua verità: essere dono per la Chiesa di Lecce e della comunità che da bambino l’ha visto crescere, la sua Cavallino e per il mondo. Infatti, i doni che Dio ha preparato per la sua Chiesa passano attraverso la sua scelta vocazionale. Perché questo flusso di grazia possa proseguire spedito in questa traiettoria, da Dio, fonte di ogni dono, al suo popolo, senza che si inceppi nelle nostre fragilità. Gianmarco ha mantenuto sempre viva la memoria del dono che Dio fa a lui, per lui. Coloro che sono scelti per distribuire la grazia che serve alla santificazione del popolo di Dio, finiscono per essere personalmente arricchiti dal bene che Dio vuole fare alla sua Chiesa. Pertanto, il dono che riceverà è davvero grande.

Si tratta di una nuova effusione dello Spirito sulla sua persona. Per servire gli altri, infatti, è necessario essere liberi dal proprio ego, che tende, ripiegato su sé stesso, a volgere tutto verso la propria gratificazione, negandoci la gioia del servire. Solo con l’aiuto dello Spirito ci possiamo liberarci dal nostro io, vera causa di ogni nostra tristezza. Il Paraclito, ci fa agili e disinteressati nel fare il bene. I suoi doni saranno conosciuti come provenienti da Lui e potranno così suscitare gratitudine e lode a Dio quanto più l’amministratore assomiglierà al donatore. E questo è l’altro aspetto del dono che riceverà Gianmarco: la grazia di conformarsi a Cristo, suo Signore. Lo leggiamo nel Vangelo: il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire ma per servire. Gesù ha assunto la forma di servo (Cf.: Fil 2). Gianmarco vuole assumere la forma di servo, non per se stesso, ma per i fratelli che sarà chiamato a servire.

Cosa esprime di Dio il diaconato? L’aver Lui assunto la condizione di servo il che ha qualcosa a che fare evidentemente con il mistero delle relazioni.

A Gianmarco verrà fatto il dono di essere partecipe di tale condizione, gli viene aperta una via mistica, che lo introdurrà, nella conoscenza intima dei segreti di Dio. Tanto più entrerà in questo mistero attraverso la concretezza del servire e la contemplazione nella preghiera, quanto più il Signore lo chiamerà non servo ma amico (Cf.: Gv 15,15).  È il desiderio che ha espresso Gianmarco davanti al vescovo, di conformare a Cristo servo la sua vita. Possa amare il Signore con tutte le sue forze.

C’è infatti una sola via che ci fa simili a Gesù Signore: amare. L’amore rende simili, unisce, conforma. Per questo affidiamo come comunità di Cavallino il suo percorso, in particolare a Maria SS del Monte, un esempio meraviglioso di serva del popolo di Dio, una campionessa di umiltà e di carità. La sua intercessione lo custodisca nel cammino del ministero diaconale con umiltà e carità in attesa dell’ordinazione presbiterale. Auguri a Gianmarco.

 

 

 

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