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È stato un Lecce bello, creativo, capace di macinare gioco e andare più volte al tiro, eppure sfortunato nel subire il gol nel momento migliore della gara. Una dormita generale in area di rigore, una indecisione di Gonzalez e una diagonale fatta a metà da Gendrey, hanno consentito a Buongiorno di siglare il gol ospite. Così il primo tempo, dove i salentini, hanno largamente dominato, si è chiuso coll'immeritato vantaggio ospite, difeso fino alla fine.

 

 


Il Lecce però è calato nella ripresa, quando non è riuscito a dimostrare di poter attingere a mille risorse, come nel recente passato. Purtroppo il calo nel prosieguo della ripresa è stato notevole. Non è mancata la voglia, né il cuore, ma troppa imprecisione e poco ritmo nell'arrembaggio finale. Così matura una brutta sconfitta al Via del Mare. In effetti, il Lecce affrontava il Toro, in una partita resa ancora più difficile dalle difficoltà dei granata che venivano a Lecce per accorciare sui salentini e uscire dalla crisi.

D'Aversa sceglieva Gonzalez al posto di Kaba e preferiva Banda a Strefezza sulla fascia. Per il resto era la stessa squadra di Udine.
Di contro, Juric salutava il rientro di Buongiorno al centro della difesa, in attacco schierava la coppia Pellegri-Sanabri, mentre sugli esterni agivano Lazaro e Bellanova. Il piano della gara è ben delineato fin dalle prime battute. Il Toro affronta con grande aggressività i salentini, proponendo una difesa alta e accettando gli uno contro uno in difesa. I granata spingono molto sulle fasce laterali costringendo Banda e Almqvist a continui ripiegamenti. In fase difensiva Krstovic era marcato a turno da Buongiorno e Vojvoda, molto duro nei confronti del 9 giallorosso. Dal suo canto, il Lecce non snatura il suo gioco e si difende con ordine e densità a centrocampo. Da qui anche la scelta di un macinatore di kilometri come Gonzalez, prezioso nel dare una mano a Ramadani. Nella nostra area di rigore Pongracic e Baschirotto (oggi con la fascia di capitano) sembrano in piena forma. I duelli a centrocampo sono ben definiti: Rafia se la vede con Gineitis, mentre Gonzalez è guardato a vista da Linetty. A manovrare è essenzialmente il Toro, che cerca con costanza il giro del pallone, sebbene incontri difficoltà a verticalizzare. Il Lecce, in fase di possesso, alterna la veloce ripartenza al gioco ragionato. Non sempre le scelte sono azzeccate e, per lo meno nei primi minuti, i salentini si affacciano di rado nella metà campo ospite. Il Toro è falloso e impedisce al Lecce di costruire con continuità. Al 10' finalmente Aureliano decide di estrarre il primo giallo a Gineitis e, sul seguente calcio di punizione, il primo tiro in porta è di Banda.
Le due squadre sono lunghe, soprattutto per volere del Toro. Il Lecce accetta la sfida, ma ha il pregio di ripiegare con grande velocità. Solo la prima pressione degli avversari difetta ai salentini.
Dopo 20 minuti D'Aversa scambia Gonzalez, spostato a destra, con Rafia, dedito al controllo di Linetty e Ricci che scherma sempre Ramadani sull'inizio dell'azione giallorossa. La partita è molto tattica e spezzettata dai continui falli dei granata.
Al 25' il secondo giallo è per Linetty, autore di un brutto fallo su Rafia.
La prima chance da gol se la crea Banda che, prima costringe all'errore il portiere e, sul seguente cross di Almqvist, calcia in porta trovando l'opposizione con i piedi di Milinkovic Savic. Un minuto dopo è Krstovic a impensierire la difesa granata e a infiammare il pubblico con un dribbling e tiro meraviglioso. Il montenegrino è in palla e si vede. Costruisce, protegge il pallone e tira con forza e precisione. Ha veramente tutto per essere una bella punta. Il possesso palla dei piemontesi è sterile, mentre il Lecce ha un'occasione con Almqvist, abile ad andare al tiro e costringere a una gran parata Milinkovic Savic. Il Lecce costruisce, ma al 41' passa il Toro con un gol sottomisura di Buongiorno, sfuggito a Gendrey, anche se l'errore precedente è di Gonzalez. Il Toro, baciato dalla fortuna, gestisce con ordine il finale di tempo che si chiude col vantaggio ospite. Nella ripresa, il Lecce inizialmente non cambia pelle, sebbene la posizione di Rafia è più avanzata. Si fa vedere subito Banda che sfiora il pari su assist di Krstovic. Poi è Rafia a illuminare il gioco per Gallo, anticipato in corner. A migliorare la fase offensiva ci pensa D'Aversa, inserendo Strefezza e Oudin al posto di Almqvist e Rafia. Il Toro però è più pericoloso. Allora, D'Aversa ci prova con Piccoli e Sansone a mezz'ora dalla fine. Proprio quest'ultimo effettua un primo tiro rimpallato, ma il Lecce sembra redivivo. La nord carica e i giallorossi insistono con coraggio e orgoglio, anche se con poco costrutto. Servirebbe una giocata individuale perché la gara è ben bloccata dai granata, che iniziano a spezzare il ritmo e perdere tempo, con uno stucchevole andare a terra al minimo contatto. Gonzalez è in debito di lucidità e ossigeno, Oudin è fuori dal gioco, mentre Strefezza gioca troppo da solo. I giallorossi ci provano fino alla fine, esponendosi alle ripartenze. Il Toro sbaglia molti palloni, ma i salentini non ne approfittano e non creano occasioni per il pari, nonostante l'ingresso e la vivacità di Dorgu e la chance per Strefezza, buttata alle ortiche, al 95'.
La prossima gara in trasferta è contro la Roma, ma prima per la Coppa Italia ci sarà Lecce-Parma. I giallorossi dovranno dimostrare di volersi riprendere e migliorare, per affrontare questo duro campionato.

 

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