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Il rigore di Strefezza, le parate di Falcone, ma soprattutto la voglia di vincere dei ragazzi di Baroni frutta o il ritorno alla vittoria per i salentini. Il Lecce ha sofferto, anche più del dovuto, ma ha lottato fino alla fine, dando tutto in campo. Il primo tempo attendista, la ripresa orgogliosa e di spinta fino al gol, poi la sofferenza e la buona fase difensiva che ha retto fino alla fine, con un super Umtiti. Per tutta la gara, poi, il ruggito della Nord, fino alla liberazione finale. Non è stato un gran Lecce nel gioco, ma lo è stato nella determinazione, nella cattiveria e nell'ardore del secondo tempo.

 

 

 

Il team di Baroni, spronato dalla Nord la sera prima della gara, era infatti atteso da una prestazione maiuscola e da una vittoria scaccia crisi.
I presupposti c'erano tutti, a partire dalle defezioni della formazione friulana, che all'ultimo doveva far a meno anche della punta di diamante, Beto. I ragazzi della Curva, accogliendo l'invito del Presidente Sticchi Damiani, hanno iniziato fin da subito ad incitare la squadra, non facendo mancare un incondizionato appoggio.
Baroni schierava la formazione annunciata con Colombo in attacco, coadiuvato da Strefezza e Di Francesco, mentre a centrocampo veniva riproposto Oudin, che tanto bene aveva fatto nelle due precedenti gare. Il Lecce si approccia al match in modo guardingo, cercando soprattutto il recupero del pallone e la prima occasione i giallorossi la costruiscono al 7' quando al limite dell'area recuperano palla e ottengono una pericolosa punizione tirata da Strefezza e finita sul fondo, di poco.
Il Lecce si raccoglie spesso dietro la linea della palla e consente il palleggio ai bianconeri, che hanno il torto di non affondare il colpo. I salentini hanno evidenti difficoltà nella costruzione del gioco dal basso e per questo cercano le verticalizzioni immediate. Un'arma nuova studiata da Baroni era il cambio di gioco improvviso da un esterno all'altro.
Al 15' una disattenta retroguardia friulana permetteva a Colombo di recuperare palla al limite, ma l'attaccante non ne approfittava.
La possibile svolta al 23' quando il Lecce reclama il calcio di rigore per un presunto fallo di mano, ma l'arbitro assegna solo il corner.
Il Lecce dà comunque l'impressione di poter creare pericoli, più per demeriti altrui che per meriti propri, ma al 26' la grande chance capita ai friulani che, sul lato sinistro del Lecce, mancano il gol per un prodigioso intervento di Gallo e in favorevole rimpallo.
L'aggressione dei salentini è feroce verso la mezz'ora, ma Colombo ancora una volta non approfitta dell'assistenza di Gallo.
Clamorose le occasioni al 31' e al 32' per i giallorossi, ma prima Strefezza non aveva il coraggio di tirare subito in porta col portiere fuori causa e poi un rimpallo per poco non causava l'autorete udinese.
Nella ripresa, il Lecce sembra trasformato e l'occasione capita subito sulla testa di Di Francesco che incredibilmente sbaglia il gol di testa da due metri. Al 4' Strefezza indirizza su Di Francesco che annota il gol, ma è in fuorigioco. Al 55' Ceesay prende il posto di Colombo nella speranza di essere più incisivo. Al 14' la svolta della gara viene dal Var che invita l'arbitro a rivedere il fallo su Gendrey e poi assegna il netto rigore. Sul dischetto va Strefezza che spiazza il portiere sotto la Nord. Questa volta l'episodio gira a favore dei salentini. La partita diventa cattiva e l'Udinese inizia ad attaccare con maggiore intensità. Baroni corre subito ai ripari e inserisce Romagnoli al posto di Gendrey, con il simultaneo spostamento di Baschirotto sull'out di destra.
Il Lecce si chiude troppo e al 25' Falcone è ancora protagonista. A 15 dal termine Baroni fa gli ultimi cambi inserendo Banda, Gonzalez e Maleh al posto di Oudin, Blin e Strefezza. La freschezza dei nuovi arrivati porta linfa al Lecce che cerca di smorzare il forcing bianconero.
I tre punti regalano la gioia finale al Via del Mare che può far esplodere tutto il suo entusiasmo. Ora a Torino il Lecce va con uno spirito diverso.

 

 

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